CATANZARO – Quattro condanne

in abbreviato, tre patteggiamenti, un’assoluzione e un rinvio a giudizio per 9 imputati coinvolti nell’inchiesta della Dda di Catanzaro, scaturita dall’operazione denominata “L’Isola che non c’è”,  riguardante la creazione  di documenti atti ad accreditarsi utilizzando un’entità statuale “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio”, dotato di autonoma sovranità, per eludere il fisco e realizzare molteplici truffe.

Il gup ha condannato: Emanuele Frasca, di Squillace, a 2 anni, 6 mesi, 20 giorni di reclusione, dichiarando la revoca della misura cautelare agli arresti domiciliari in atto; Christian Lacalandra,  di Lucca, 8 mesi di reclusione; Claudio Martino, di Roma, 10 mesi di reclusione e Rocco Viva, di Ruffano (Lecce), 8 mesi di reclusione. Tutti e quattro giudicati con rito abbreviato. Patteggiamento della pena per Aldo Piattelli, di Roma, condannato a un anno e sei mesi di reclusione; Manuel Casara di Viterbo, nove mesi e 10 giorni di reclusione; Giuliano Sartoron, alias “Giuliano Medici”, di Padova, un anno e dieci mesi di reclusione. Assolta Anna Maria Mazzaglia, 70 anni di Messina, mentre Philip Chircop, 71 anni di Malta, è stato rinviato a giudizio e subirà il processo con Fabrizio Barberio, 51 anni di Catanzaro; Damiano Bonventre, 72 anni di Alcamo; Domenico Bruno, detto Mimmo, 69 anni di Tiriolo;  Luigi Tommaso Ciambrone, 60 anni di Catanzaro; Lorella Cofone, 60 anni di Montalto Uffugo; Silvio Deni, 66 anni di Cosenza;  Enrico Gambini, 57 anni di Teramo; Liliya Koshuba, 67 anni di Alcamo;  Federico Lombardi, 66 anni di Pineto;  Luigi Achille Martucci, 53 anni di Garbagnate Milanese;  Roberto Petrella, 76 anni di Teramo;  Nicola Pistoia, 64 anni di Catanzaro; Roberto Santi 64 anni di Roma e Carmina Talarico, 60 anni di Cropani. E per loro è in corso il processo dibattimentale.

Secondo gli inquirenti, le persone truffate (circa 700) in cambio della promessa di tasse al 5% e varie agevolazioni fittizie avrebbero pagato somme di denaro (tra i 200 e i mille euro) che sarebbero finite in parte nelle tasche dei promotori della presunta associazione. Si parla di oltre 400mila euro che per l’accusa sarebbero poi stati al centro di un’operazione di riciclaggio attraverso un conto estero in territorio maltese, dove ci sarebbe una rappresentanza del sedicente Stato antartico con “sedi territoriali” ubicate a Catanzaro, Alcamo (in Sicilia) e Teramo (in Abruzzo).