CATANZARO – Sulla scia delle operazioni “Deep” dello scorso anno, i Carabinieri in simbiosi con la Capitaneria di Porto in tutta la Regione Calabria e qui in particolare nella Provincia di Catanzaro, hanno eseguito interventi complessi in materia ambientale attuati mediante l’impiego coordinato e simultaneo di squadre congiunte composte oltre che dall’Ufficio Circondariale Marittimo – Guardia Costiera di Soverato anche da Carabinieri dell’Organizzazione Territoriale, Forestale e dai Nuclei Carabinieri dell’Ispettorato del Lavoro e Antisofisticazione e Sanità di Catanzaro.
La salvaguardia degli ecosistemi marini rappresenta un obiettivo prioritario nell’azione complessiva di tutela dell’ambiente e della natura e l’operazione, denominata “Wave” infatti, mira a verificare il rispetto delle normative ambientali, di igiene e sicurezza dei prodotti agroalimentari, nonché le autorizzazioni e le concessioni marittime da parte delle strutture ricettive.
L’obiettivo è contribuire a garantire lo sviluppo sostenibile del terzo settore in quanto è un importante volano per la crescita dell’economia regionale, dall’immanenza di pervicaci strutture di ‘ndrangheta.
In tale contesto si colloca l’operazione “Wave” attuata su tutto il territorio regionale dal Comandante della Legione Carabinieri “Calabria”, Generale di Divisione Pietro Salsano.
Vigilare attentamente sulla tutela dell’ambiente e degli ecosistemi marini, al fine di consentire – non solo a turisti e a bagnanti stagionali ma anche a chi in Calabria vive tutto l’anno – di godere di un mare e di una spiaggia pulita e di strutture alberghiere che offrano servizi di alta qualità, nel pieno rispetto delle leggi e regolamenti di settore.
E’ una strategia che i Carabinieri qui in Calabria sta attuandoanche attraverso azioni congiunte, sinergiche e coordinate con i vari reparti Territoriali e Speciali dell’Arma e la Capitaneria di Porto.
Il tratto di costa ricadente nelle fasce tirrenica e ionica della provincia di Catanzaro è caratterizzato dalla presenza di numerose strutture commerciali sul demanio marittimo, che hanno già iniziato a pieno regime l’esercizio di attività imprenditoriali del terzo settore come ristorazione, accoglienza turistica alberghiera o semplicemente balneare.
Infatti, l’intervento è stato preceduto da un’articolata attività di analisi dei dati informativi, raccolti nel corso dei servizi di controllo del territorio grazie alla capillarità dei presidi dell’Arma, finalizzata ad individuare le fonti di potenziale inquinamento fluviale e marino e le aree demaniali destinate ad altro utilizzo.
I controlli stanno riguardando prevalentemente il settore turistico di entrambe le coste come lidi balneari, alberghi, villaggi turistici e altre attività produttive presenti sul demanio marittimo.
I primi esiti arrivano dalla costa ionica dove in osmosi operativa con i Carabinieri Stazione Forestale di Davoli, il Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Catanzaro e personale dell’Ufficio Circondariale Marittimo – Guardia Costiera di Soverato, sono stati controllati due stabilimenti balneari sul lungomare soveratese appurando per uno dei due l’occupazione abusiva di suolo demaniale, con la costruzione di strutture a servizio dei lidi in assenza di autorizzazioni, in area sottoposta a vincolo paesaggistico, per cui è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria il titolare e gestore della struttura balneare.
Nell’ambito del medesimo controllo sono stati accertati violazioni in tema di: impiego di 8 lavoratori in nero, mancato aggiornamento SCIA per l’esercizio attività di ristorazione e detenzione di prodotti alimentari privi di tracciabilità con il sequestro di diversi kg di alimenti.
Nel complesso sono stati contestati illeciti amministrativi per un importo totale pari a oltre 42.000 euro, procedendo contestualmente al sequestro dell’aerea sprovvista della prevista autorizzazione.
In tale contesto, a Soverato, è stata anche controllata un’impresa, operante nell’edilizia, il cui titolare è risultato sprovvisto dell’autorizzazione unica ambientale (AUA) da richiedere e rilasciata dall’Amministrazione Provinciale di Catanzaro.
In particolare, l’area di 4000 metri quadri, che è stata sottoposta a sequestro, era adibita a deposito incontrollato di manufatti in calcestruzzo, senza impermeabilizzazione del terreno ed in carenza di sistemi di convogliamento e smaltimento dei reflui.
Per questo il titolare è stato sanzionato amministrativamente per un ammontare di 3.000 euro.
Successivi accertamenti effettuati dai militari presso il Comune di Soverato hanno fatto emergere che, un terreno della superficie di circa 5400 metri quadrati, coltivato ad ortaggi ed attrezzato con serre scoperte ed impianto di irrigazione a goccia collegato ad un pozzo per l’estrazione dell’acqua dal sottosuolo, adiacente a quello ove sono stati rinvenuti i manufatti in cemento, era stato indebitamente destinato ad attività agricola in difformità a quanto previsto dallo strumento urbanistico vigente. Infatti, tale suolo, dal Piano Regolatore Generale, ricade in zona DA – impianti Industriali ed Artigianali.
L’amministratore e legale rappresentante dell’Impresa è stato pertanto deferito in stato di libertà alla Procura di Catanzaro per le ipotesi di reato di inosservanza delle norme e prescrizioni dei regolamenti edilizi e degli strumenti urbanistici e per scarico di reflui derivanti dalla attività di colture in serra in assenza di autorizzazione.
Con la Compagnia Carabinieri di Catanzaro e la descritta task force “WAVE” composta sempre dai citati reparti speciali e dalla Capitaneria di Porto, invece, sono stati controllati 2 stabilimenti balneari ubicati sul lungomare di Catanzaro lido e un camping ubicato a Borgia.
Nell’ambito del servizio è stata denunciata la titolare del camping poiché veniva riscontrata l’occupazione di un’area, adibita a camping e campi sportivi, ricadente in parte sul demanio marittimo ed in area sottoposta a vincolo paesaggistico, senza alcuna autorizzazione.
Sono state anche elevate sanzioni amministrative ai due stabilimenti balneari, per complessivi 2.500 euro per carenze igienico sanitarie con contestuale sequestro di circa 18 kg di prodotti ittici e sospensione del deposito alimenti non autorizzato e complessivi 1.032 euro per carenze in materia balneare (assenza di boe e cassette di pronto soccorso). Il procedimento penale pende nella fase delle indagini preliminari.
L’operazione “Wave” è la prosecuzione di una complessa strategia di protezione dell’ambiente e della natura che ha già visto impegnati i Carabinieri di Calabria nelle operazioni “Deep” lo scorso anno, che sta interessando tutti i tratti costieri della Regione per contrastare ogni forma di compromissione dell’habitat naturale dal suolo all’aria, dai centri urbani alle foreste.