SCALEA (Cs) – «Gli ultimi e pochi operai idraulico-forestali del Consorzio di bonifica ex Valle Lao di Scalea vengono impegnati in compiti e mansioni non proprie».
La denuncia è del consigliere dell’Ente consortile, Antonio D’Angelo, che rispecchia una presa di posizione di alcuni giorni fa del governatore della Calabria, Roberto Occhiuto, sulla presunta gestione allegra e spendacciona dei consorzi calabresi.
Ed è in una nota al governatore della Calabria e all’assessore regionale alle politiche forestali che il consigliere D’Angelo denuncia tale stato di cose, partendo da una lucida e articolata analisi della situazione regionale.
Denuncia, dunque, il paolano Antonio D’Angelo, la «pessima gestione della cosa pubblica da parte del presidente del Consorzio di Bonifica “Valle Lao” con sede in Scalea».
E aggiunge: «Lo faccio da consigliere dell’Ente regolarmente eletto, dopo che tutti i tentativi esperiti affinché il consorzio assolvesse in primis ai compiti istituzionali ai quali è preposto, sono risultati vani e inascoltati dal presidente, dal vice presidente e dal direttore».
D’Angelo, quindi, ne ha davvero per tutti e, senza peli sulla lingua, attacca: «Oggi purtroppo il consorzio Valle Lao, sotto tale gestione, risulta asservente solo ai Comuni, con la realizzazione di verde attrezzato e quant’altro serve ai vari sindaci impegnando quindi gli ultimi e pochi operai idraulici forestali in compiti e mansioni non proprie».
«Tutto questo quando l’umanità si è resa conto, purtroppo, solo da poco tempo, del degrado ambientale, dei cambiamenti climatici, del grave dissesto idrogeologico del territorio che mette a rischio la stessa incolumità pubblica e privata».
«Molto complesso è agire per salvaguardare l’ambiente e il territorio – aggiunge D’Angelo, capo caposquadra qualificato dei Vigili del Fuoco in quiescenza – ma prenderne coscienza e agire in modo rapido, partendo da piccoli interventi sul territorio, ognuno per le proprie competenze, garantirebbe una netta riduzione dei fenomeni devastanti per la collettività, quali frane, alluvioni, ecc ecc».
«L’uomo interviene negativamente sull’ambiente e il territorio, ad esempio, attraverso disboscamento selvaggio, incendi boschivi, mancanza assoluta di opere idrauliche: regimentazione delle acque reflue e irrigue, mancanza assoluta o tardiva di interventi manutentivi di bosco e sottobosco, degli alvei dei fiumi e dei torrenti».
«Tutto ciò ha comportato nel corso dei decenni e comporta per il presente e futuro, un aumento esponenziale dei rischi per l’uomo e i suoi insediamenti», denuncia ancora l’esperto.
E ancora: «Risulta bizzarro che in tali situazioni di degrado, gli operai idraulico forestali vengano impiegati per compiti non votati alla tutela dell’ambiente, come avviene nelle altre parti d’Italia (vedi Emilia Romagna)».
«Ed anche il nostro territorio soffre di tale incuria: vedi l’alluvione a Paola di un decennio scorso, Fuscaldo e Aieta».
Pertanto per le ragioni sin qui esposte, «oggi ancora con più senso di responsabilità – denuncia il consigliere Antonio D’Angelo – il consorzio di bonifica dovrebbe assolvere pienamente e solo ai propri compiti istituzionali, votati a tutelare l’ambiente, il territorio, il patrimonio aspro-silvo-pastorale con interventi professionali e di competenza, stoppando il becero servilismo verso i Comuni per realizzare opere di altre maestranze».
«Il tutto consentirebbe di ridurre i rischi per il territorio con interventi mirati a mitigare il pregresso dissesto idrogeologico del soprassuolo, a ridurre il rischio di frane ed esondazioni dei fiumi, dovuti allo sbarramento degli alvei, garantendo di fatto più sicurezza per i cittadini e rendendo più fruibile il territorio e l’ambiente».
«Oggi la quasi totalità delle strade montane e collinari del nostro territorio, risulta non fruibile causa frane e smottamenti (foto, zona montana di Paola: ndr), indotti dalla non canalizzazione delle acque meteoriche».
Nel concluder, D’Angelo chiede un «autorevole intervento votato a rendere la gestione dei vari consorzi di bonifica seria e professionale».