PAOLA (Cs) – La preannunciata manifestazione di protesta per le gravi criticità denunciate presso la Casa circondariale di Paola (https://www.calabriainchieste.it/2023/06/15/personale-stremato-scatta-la-protesta-alla-casa-circondariale-di-paola/) si è svolta questa mattina, dalle ore 9 alle ore 12.

Un sit-in che ha visto in campo le organizzazioni sindacali di categoria SAPPE, (https://www.calabriainchieste.it/2023/06/19/sit-in-davanti-al-carcere-di-paola-per-la-tutela-della-polizia-penitenziaria/) UilPa-Sinappe e FnsCisl, che si sono rivolte al Provveditore Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria per chiedere, in via di urgenza, un incremento immediato di almeno 6 unità, nonché la sostituzione del personale posto in quiescenza negli anni.

«Oggi il SAPPE manifesta per diverse motivazioni, a tutela degli uomini e delle donne della Polizia penitenziaria: il personale si sente abbandonato dall’Amministrazione», denunciano i sindacalisti durante il sit-in.

Poi entrano nel merito: «Noi ci portiamo dietro un grave problema quello del blocco del turnover del passato. Oggi non riusciamo ad immettere in servizio tanti agenti quanti a quelli posti in pensione. Si pensi che dal 2018 ad oggi sono andati in quiescenza numero 29 unità, mai sostituite. La pianta organica dell’Istituto Paolano soffre di una carenza di meno 30 unità. Di recente è stata riaperta una sezione detentiva con un piano ferie già in atto senza tener conto di un maggior impiego di personale».

Per questo i sindacati chiedono «sin da subito un incremento di 6 unità per poter garantire i diritti soggettivi del personale». E di contro chiedono una «rivisitazione della pianta organica dell’istituto che sia confacente alle reali esigenze».

«Negli anni sono stati effettuati lavori di implementazione tecnologica – ha detto il leader del Sappe, Salvatore Panaro – mi riferisco a cancelli automatizzati e videosorveglianza che di fatto non ha aiutato l’operatore di polizia penitenziaria a svolgere il lavoro, ma ha sostituito l’unità ivi preposta con aggravio di carico di lavoro per il personale.

Vi sono troppi detenuti con patologie psichiatriche che sono reclusi in sezioni ordinari, non avendo a disposizione sezioni ad articolazione di salute mentali e nonostante questo la polizia penitenziaria pur non avendone le competenze è chiamata a gestire queste persone, la chiusura degli OPG a favore dell’apertura delle REMS non ha sortito l’effetto sperato ed ha fatto si che nel carcere venissero rinchiuse persone con problemi mentali di difficile gestione», denuncia Panaro.

E ancora: «Gli eventi critici sono all’ordine del giorno: negli ultimi due anni 9 poliziotti penitenziari hanno subito aggressioni fisiche e numero 9 tentati suicidi si sono verificati e grazie all’intervento della polizia penitenziaria non hanno avuto conseguenze nefaste. In Italia in un anno, la Polizia penitenziaria ha salvato 1700 detenuti dal tentato suicidio».

Riassumendo: «l’Istituto Paolano è ormai da tempo abbandonato dall’Amministrazione centrale: dal 2018 al 2023 numero 29 unità sono state poste in quiescenza senza sostituzione, e nel corso degli anni, si è avuto modo di assistere ad una compressione in termini di unità della pianta organica.

Si recente è stata riaperta la prima sezione nella Casa Circondariale di Paola er ospitare detenuti provenienti da altri istituti in sfollamento.

Questa modalità organizzativa, a ridosso della stagione estiva, ha determinato uno squilibrio sul piano ferie precedentemente pianificato e concordato tra l’Amministrazione Penitenziaria e le organizzazioni sindacali.

In tale circostanza si è obbligati a comprimere il diritto soggettivo del personale.

Negli anni sono stati effettuati lavori di implementazione tecnologica, che invece di essere d’ausilio al personale, hanno aggravato il loro lavoro, “la tecnologia deve aiutare l’uomo non sostituirlo”.

Gli eventi critici sono diventati una consuetudine, specialmente per la presenza di detenuti psichiatrici.

Chiediamo un incremento immediato di almeno 6 unità e la sostituzione del personale posto in quiescenza negli anni.

Chiediamo la rimodulazione dell’attuale pianta organica che rispecchi, nella realtà, le vere esigenze dell’Istituto.

Per una mancata convocazione da parte del Provveditore presso la Casa Circondariale di Paola al fine di verificare in un lavoro congiunto i carichi di lavoro diventati estenuanti.

Il personale necessita di garanzie. Ha bisogno che l’Amministrazione Penitenziaria sia presente, gli Agenti di Polizia Penitenziaria di Paola devono andare al lavoro con la garanzia di non essere insultati, offesi o peggio… da una parte di popolazione detenuta che non ha alcun ritegno ad alterare in ogni modo la sicurezza e l’ordine interno».