La sede del comune di Amantea, ancora chiusa per lavori

Il Partito democratico

“Moro – Berlinguer“ di Amantea ha scritto una Lettera aperta al Sindaco di Amantea, relativa alla situazione tragica in cui versa il territorio.

«“Al lume della luna ogni ranocchia gracidò: Quanta spocchia, quanta spocchia”
(GiovanniPascoli)», la coalizione di centrosinistra introduce così il documento inviato al primo cittadino. Un esordio che lascia presagire qualcosa di peggio per il prosieguo.

«Caro Sindaco Pellegrino, che si dice sulla luna? Già, perché sulla terra – e più precisamente ad Amantea – non ti si incrocia, non ti si vede, non ti si percepisce. Che fine hanno fatto gli innumerevoli buoni propositi della campagna elettorale? Li hai dimenticati o erano solo e soltanto uno specchietto per le allodole? E non ci riferiamo solo ai “comodini”, alle pensioncine, ai soldi del contribuente che non dovevate incassare. Ma a come avete ridotto la città in poco più di un anno, anche da un punto di vista comunitario. Tra flash, laser e “pianeti afflosciati” avete insultato l’identità popolare, culturale e storica di questa città marinara, che tenne testa ai Francesi, l’esercito piu’ agguerrito d’Europa. L’importante era (ed è) assecondare le trovate del super “non assessore” ai grandi eventi (quali?) che decide e voi eseguite. E senza fiatare, perché altrimenti il giochino si rompe e se si dovesse andare a votare domani buona parte degli attuali componenti della maggioranza difficilmente verrebbe rieletta».

E, ancora: «Della Casa comunale non vi siete voluti curare. Tutto fermo. Come per il Parco della grotta, degradato a “mangiatoia”. O per via Indipendenza. O per gli accessi al mare a Campora. O, ancora, per la struttura dell’ex Macello. E a che punto siamo con le Scuole MedieIl Consiglio, ad onor del vero, non è che vi piaccia molto. Diciamoci la verità, è per voi un increscioso adempimento convocarlo. Lo fate coscientemente in giorni e orari che disincentivano la partecipazione dei cittadini. Quando si tiene non discutete. Senza parlare delle Commissioni, rispetto alle quali non avete scusanti. Ma a tutto ciò c’è un motivo. In realta’, vi piace decidere “in intimità”, tra di voi, preferite parlarvi addosso. Gli altri non c’entrano! Avete fatto credere alla gente che si sarebbe aperta una inedita grande stagione di democrazia fatta di riunioni nei quartieri, assemblee pubbliche, momenti di confronto. Come facevate quando chiedevate i voti, appunto. Ma, poi, la verità si è palesata in modo chiaro: la democrazia a voi sta stretta, è un impiccio, una perdita del vostro tempo. Siete andati ben oltre, in verità. Chi non tace, chi non si sottomette ad un vincolo di incosciente subalternità, infatti, viene trattato come il demonio. Lo fate con gli avversari della prima ora. Con coloro i quali vi hanno sostenuti e poi si sono ravveduti (come se non ne avessero il diritto). Lo avete fatto con le vergognose epurazioni dal programma istituzionale delle iniziative di quelle associazioni che annoverano tra loro uomini e donne che hanno una testa pensante, che sanno decidere in autonomia».

Il Consiglio, la Giunta, il Sindaco «rappresentano la città e non soltanto chi batte le mani ad ogni vostra aria. Una lezione che avere deciso di non imparare. Ma se tutto ciò è drammatico, è invece profondamente tragico che a livello amministrativo non avete fatto granché. Avete avuto il barbaro coraggio di spacciare per “vostra capacità” tutto ciò che di utile, produttivo e positivo avete ereditato dalle precedenti amministrazioni, per poi addossare alle stesse la responsabilità dei vostri fallimenti».

In compenso, «siete dei prestigiatori capaci di vendere “il nulla” come meraviglia. Come avete fatto nei mesi precedenti alla pubblicazione del programma per l’estate. Foto, immagini, sensazioni, frasi ad effetto e copia/incolla! E poi il risultato è stato mediocre. O come per l’operazione che vi accingete a fare con la biblioteca. Facendo passare la sistemazione di pochi libri del Comune in vecchi scaffali, all’interno di un locale che ha le sembianze di un magazzino, per “sistema bibliotecario comunale”! Ed avete anche l’ardire di presentarvi come il nuovo. Una differenza effettivamente tra voi e le precedenti amministrazioni c’è. Ovvero che le seconde almeno, con tutti i loro difetti, erano autentiche. Come differenze ce ne sono tra te, caro Primo cittadino, e i precedenti Sindaci. I secondi avevano il senso della comunità e si sentivano i Sindaci di tutti. Tu non potrai mai avere questa caratteristica».

Ma la cosa più imbarazzante è quella di «non aver rinunciato alla tua supponenza e arroganza. Al punto da farti sostituire nel dibattito pubblico dalla “franca” di turno! E dire che ti ricordiamo quando abbracciavi comuni percorsi politici, anche se oggi strizzi strumentalmente l’occhio a destra. La sfrenata ambizione è sempre stata una dei tuoi grandi limiti. I motivi della tua virata lo narrano! Caro dottore Pellegrino, Amantea è piena di erbacce, senza programmazione culturale, isolata nel Comprensorio, senza una visione. Ti abbiamo dato dei suggerimenti qualche giorno fa rispetto ai quali non hai battuto ciglia. Ne aggiungiamo uno: nomina un Assessore al Turismo che abbia contezza della storia, delle tradizioni, della cultura di questa città. Se ci sei, batti un colpo e scendi tra la gente. Altrimenti continua pure ad agire tramite le emissarie social. Noi continueremo a dare voce a chi la pensa diversamente da te, a chi non pretende la luna ma almeno la normalità, a chi ha rispetto per questo paese e non è disponibile ad assistere alla svendita della sua anima storica, culturale e popolare. Noi non abbiamo torto e tu non hai ragione. Si dice così, giusto?».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it