CETRARO (Cs) – La giunta comunale di Cetraro, guidata dal sindaco Ermanno Cennamo, assegna risorse finanziarie per il lavoro straordinario dei dipendenti per il 2023, nonostante l’ente, sommerso dai debiti per circa cinque milioni di euro, sia in predissesto.
Con la deliberazione n. 67/2023 la giunta ha definito le risorse da assegnare per lavoro straordinario a ciascuna area dell’ente per un totale di 16.100 euro di cui: 2500 all’area III, servizi Demografici; 6750 all’area VI, Polizia locale; 2300 all’area VII, Manutenzione; 4.550 per l’area IX Lavori Pubblici, Ambiente e Porto.
Gli importi sono stati assegnati secondo i seguenti criteri: “accantonamento della somma presuntivamente occorrente per assicurare gli interventi di reperibilità; garantire le attività di pubblica sicurezza eccezionali e straordinarie; garantire le funzioni di stato civile nelle giornate di chiusura ordinaria degli uffici; garantire le attività straordinarie necessarie al corretto funzionamento degli uffici del Porto, che nel periodo estivo presenta un notevole aumento dell’utenza e necessita della presenza degli addetti anche il sabato, la domenica e i giorni festivi”.
Un provvedimento adottato dall’esecutivo nonostante la drammatica situazione economica-finanziaria in cui versano le casse comunali, tanto da spingere l’attuale revisore dei conti a bocciare il conto consuntivo al bilancio 2022. Così come aveva fatto il precedente revisore, Antonio Ruperto, il quale nella relazione del 25 agosto 2021 oltre a dare parere negativo al bilancio, annuale e pluriennale 2021-2023, suggeriva di avviare il predissesto attraverso la procedura del riequilibrio di bilancio pluriennale e il contenimento delle spese, soprattutto quelle per il contenzioso e per il personale.
Nella relazione del 25 agosto 2021, infatti, il revisore di allora, evidenziava che l’atto di programmazione triennale del fabbisogno del personale: “È stato adottato senza richiedere allo scrivente organo il parere previsto dell’art.19 della Legge 448/2001”. “Dalla lettura dell’atto non emergono interventi finalizzati al contenimento delle spese di personale richiesti dallo stato di crisi finanziaria in cui versa il Comune”. Per quanto evidenziato, il revisore invitava l’amministrazione comunale “a procedere ad una rivisitazione dello stesso anche in funzione dei provvedimenti ex art. 244 o 243 bis Tuel che l’Ente adotterà”. La gravità della situazione finanziaria quindi comportava “il blocco delle assunzioni e l’impossibilità di incrementare l’orario di lavoro dei dipendenti, se non addirittura al ricorso alla mobilità per diminuire la spesa del personale, oppure all’impossibilità al ricorso dell’indebitamento”. Raccomandazioni e suggerimenti disattesi dall’esecutivo il quale, incurante della grave situazione debitoria dell’ente, continua ad utilizzare il lavoro straordinario con ulteriori aggravi di spese.
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