CATANZARO – «Lo avevamo affermato senza indugio alcuno: la riforma Calderoli va ritirata. Senza se e senza ma».
E’ quanto sostengono iconsiglieri comunali Nunzio Belcaro, Gregorio Buccolieri, Daniela Palaia.
«Inadeguata, penalizzante per le regioni del Sud e assolutamente priva di una sufficiente copertura economica: è questo il quadro emerso dalla lettera di dimissioni degli insigni componenti il Comitato per l’Individuazione dei Lep, Giuliano Amato, Franco Bassanini, Alessandro Pajino e Franco Gallo; i quali, di fatto, hanno sonoramente bocciato la riforma del governo Meloni. Le loro dimissioni evidenziano le insidie contenute nel meccanismo riconducibile alla spesa storica e al criterio del cosiddetto residuo fiscale».
I quattro saggi hanno posto l’attenzione sulla «contraddizione esistente tra le norme scritte in legge di bilancio per arrivare a definire i Lep: da un lato si parla di pieno superamento dei divari territoriali nel godimento delle prestazioni, fissando la determinazione delle soglie minime come primo step e poi, nei commi successivi, non si indica la necessità di costruire l’intero complesso dei Lep prima di iniziare a trasferire le funzioni alle Regioni».
«Dunque, il rischio implicito è che gli ultimi servizi che passeranno di competenza dallo Stato alle Regioni non avranno fondi a disposizione perché già impegnati nelle precedenti funzioni».
«Ed allora, evidenziata la fallacia e la pericolosità della proposta di legge Calderoli, bisognerebbe andare oltre e avere il coraggio di sottrarre definitivamente sanità e istruzione all’autonomia regionale, non ravvisando alcuna ragione a fondamento della diversità degli standard di prestazioni in materie così importanti per i cittadini di tutto il Paese».
«Ovviamente tutta la questione appare irrilevante al leghisti di Catanzaro, troppo impegnati a incensare il loro leader territoriale, il quale sostiene l’autonomia differenziata infischiandosene allegramente dei danni che porterà alla nostra Regione».