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Spoliazione ospedale di Paola, spariti nel nulla onorevoli e “portatori di voti”

Ecco i nomi di tutti i responsabili politici (diretti o indiretti) dello sfascio della sanità del Sud Tirreno cosentino. Oggi scansano abilmente la spinosa questione

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Una seduta del consiglio regionale della Calabria

PAOLA (Cs) – Sono decenni che i “big” della politica a vari livelli, soprattutto regionale, si recano su questo territorio per chiedere la preferenza alle popolazioni di Paola e degli altri Comuni, spesso sponsorizzati dai cosiddetti “portatori di voti” del territorio che organizzano convivi luculliani e ciambotte varie con gli illustri ospiti.

Ma ora che l’ospedale di Paola è stato declassato da “struttura Dea di primo livello” a “stabilimento”, affossando l’intero territorio e danneggiando i Comuni della zona Sud Tirreno, nessuno si fa vedere, né – peggio – si esprime in merito.

Sono tutti spariti nel nulla. Letteralmente, mentre prima facevano a gara per partecipare a presentazioni di libri e cerimonie di ogni tipo, intervenendo a mezzo stampa sugli argomenti più disparati.

Alla base della spoliazione, com’è noto, vi sono ragioni politiche (finalizzate ad accontentare territori e personaggi), mappate da inconsistenti teorie tecniche, demolite da più parte nelle ultime ore.

Il centrodestra ha deciso di declassare l’ospedale di Paola e tutti i fedelissimi di Occhiuto, direttamente o indirettamente, sono responsabili di questa scelta politica. Nè possono far finta di non sapere, se è vero com’è vero che da mesi Calabria Inchieste (e non solo) documentava quasi all’ordine del giorno l’iter di spoliazione del nosocomio, avviato in tempi meno sospetti. Nè possono prendere le distanze dal capo, come sta avvenendo nelle ultime ore: «Fa di testa sua, non ci ascolta». Se così fosse, uscite pubblicamente e ditelo. Onorate la fiducia che questi territori hanno riposto in voi.

V’è da dire, infatti, che la scelta politica del declassamento dell’ospedale di Paola è attribuibile certamente al governatore Roberto Occhiuto e al suo fido ex oliveriano Antonello Graziano, manager Asp che nel piano di riorganizzazione della rete ospedaliera ha tutelato il suo territorio, la città di Rossano, anche a dispetto dello stabilimento di Corigliano; una scelta maturata da tempo, quella di demolire Paola, (https://www.calabriainchieste.it/2023/04/20/ospedali-occhiuto-conferma-liter-di-riforma-del-decreto-scura-paola-trema/) e che è stata sottovalutata dai paolani (https://www.calabriainchieste.it/2023/04/07/convocato-il-consiglio-comunale-ma-allodg-manca-la-prevista-discussione-sullospedale/).

Assieme a Occhiuto e Graziano avrebbe ordito contro il “San Francesco” il vice presidente del consiglio regionale Pierluigi Caputo, – a Paola è stato sponsorizzato e votato da un paio di “portatori di voti” (inclusi alcuni medici, certamente molto lungimiranti) – ma lui, per ricambiare, avrebbe tirato la volata a Cetraro e al suo sindaco, Ermanno Cennamo, intraneo alla corrente politica di Mario Oliverio che, com’è noto, ha votato in massa Occhiuto alle ultime elezioni regionali.

Queste cose le abbiamo scritte diversi mesi addietro, ma Caputo ha smentito (https://www.calabriainchieste.it/2023/04/03/chi-rema-contro-lospedale-di-paola-la-replica-di-pierluigi-caputo/), dicendo che quel vertice a tre «non è avvenuto per perorare alcuna causa». Noi abbiamo preso atto della sua gentile replica, ma restiamo della nostra idea, fidandoci della nostre fonti: le gole profonde interne alla sede della direzione generale Asp di Cosenza.

Se Caputo vuole onorare i paolani che lo hanno votato, dimostri di essersi impegnato contro questa spoliazione o, eventualmente, la contesti o, perché no, dica cosa pensa del nuovo atto aziendale (info@calabriainchieste.it), convinca la gente con argomentazioni di merito. Ad oggi non ha detto una parola.

Andiamo avanti. Luciana De Francesco (Fdi) e Simona Loizzo (Lega), rispettivamente consigliere regionale e parlamentare, entrambe di centrodestra, delegate di fatto alle cerimonie, ai festoni, ai libri e alle belle parole. 

La prima (moglie di Luca Morrone) è stata sostenuta dall’attuale assessore comunale paolano Totonno Logatto e dalla consigliera di maggioranza Sandra Serpa, la seconda da una sfilza di paolani. Le avete sentite esprimersi in questi mesi a favore dell’ospedale di Paola? Non pare. Eppure sono amiche e alleate di Roberto Occhiuto, mentre Loizzo conta anche a livello parlamentare. Avrebbero potuto metterci una buona parola per Paola, come le hanno messe a sue tempo con i rispettivi portatori di voti per chiedere preferenze su questi territori.

E ancora: il parlamentare Fausto Orsomarso di Fdi. Ha speso una parola a favore del nosocomio di Paola? No, verosimilmente perché è portato bene anche a Cetraro, dal punto di vista elettorale e, quindi, conviene non gettarsi nella mischia, nemmeno per esprimere il proprio pensiero su un fatto di rilevante interesse pubblico che riguarda un territorio da lui amato. Non è affar suo, dunque. Ora no. Le elezioni sono passate. Quando sarà il momento magari tornerà a occuparsi di filosofia politica e tecniche di politichese.

Vogliamo parlare di Mario Occhiuto, parente di Roberto? Non lo sentiamo esprimersi su Paola da un paio di mesi, mentre in campagna elettorale leggevamo con frequenza i suoi interventi sui giornali, pontificando di bene comune e sviluppo della città di San Francesco. I voti qui li ha presi e ne ha presi pure tanti.

Ad oggi non abbiamo registrato nemmeno il commento dell’avvocato Sabrina Mannarino, di Paola, eletta sul territorio: nella sua città ha ottenuto circa 500 voti e circa 2000 li ha presi nella zona dell’Alto tirreno cosentino (inclusa Cetraro). Un suo pensiero ci piacerebbe ospitarlo, anche solo per offrire un commento su questo nuovo piano. Siamo certi che non perderà occasione, anche perché lei e Pasqualina Straface avevano ricevuto garanzie certe da Antonello Graziano che il San Francesco di Paola non avrebbe perso alcun reparto (https://www.calabriainchieste.it/2023/04/15/i-consiglieri-regionali-straface-e-mannarino-il-polo-chirurgico-non-sara-spostato/). Potrebbero, magari, chiede lumi pubblicamente al manager Graziano circa le sue affermazioni, rese pubbliche dalle due consigliere.

E che dire di Gianluca Gallo, Katya Gentile, Giuseppe Graziano e Pietro Molinaro?

Sono tutti consiglieri regionali eletti nel centrodestra grazie ai voti raccolti tra Paola e i Comuni a sud di questa città. Sono tutti uomini di Roberto Occhiuto. Sono diventati famosi sul territorio tirrenico per due ragioni: in periodo elettorale parlavano sui giornali a ogni piè sospinto (lo fanno anche adesso), dispensando belle parole sullo sviluppo di questo territorio; i loro “portatori di voti” della zona li sponsorizzavano in ogni casa.

Oggi li avete sentiti? Se vogliono esprimersi sulla spoliazione dell’ospedale di Paola saremo ben lieti di raccogliere il loro pensiero, anche – perché no – favorevole al provvedimento.

Non solo consiglieri regionali e parlamentari di destra. Tutti ricorderanno, infatti, quel Vincenzo Sofo che venne a Paola e poi a Fuscaldo con Le Pen per propinare alle popolazioni una vita migliore.

Ex leghista, ora Fratelli d’Italia, è stato eletto all’Europarlamento grazie anche ai paolani e ai fuscaldesi. Adesso è un politico latitante. Qui da noi non si vede e non si sente. Poteva occuparsi anche lui dell’ospedale di Paola, magari chiamando Giorgia Meloni e gli altri amici di Fdi, chiedendo loro di intercedere su Occhiuto. Ma nulla. Silenzio tombale. Come Sofo tanti altri sono spariti da questo territorio: non solo gli eletti, anche i relativi “portatori di voti”.

Insomma, bisogna metterci sempre la faccia quando si decide di fare politica e chiedere fiducia alla gente: sia quando ci sono le elezioni, sia dopo.