GERMANIA – Un sostenitore dell’estrema destra tedesca che ha agito con un movente “xenofobo”. È questo, l’identikit di Tobias Rathjen, l’uomo di 43 anni che intorno alle 22 di mercoledì 19 febbraio ha preso di mira alcuni locali frequentati dalla comunità turca di Hanau, cittadina di 100mila abitanti ad una ventina di chilometri a est di Francoforte, in Germania, e ha sparato uccidendo almeno nove persone e ferendone altre quattro in modo grave. Poi, dopo sette ore di ricerche da parte della polizia, è stato ritrovato senza vita nella sua abitazione, assieme al cadavere della madre. Le motivazioni del suo gesto sono state affidate a un video e a un bigliettoin cui l’uomo dice di aver agito spinto dall’odio nei confronti di alcuni popoli immigrati che non si possono più espellere dalla Germania e devono essere “annientati”. Il killer era un cittadino tedesco con regolare porto d’armi. Il ministro dell’Interno dell’Assia, Peter Beuth, ha confermato che dietro la strage c’è un movente “xenofobo” e ha definito quanto accaduto un atto “terroristico, un attacco alla società libera e pacifica”, spiegando che “l’arma” utilizzata nelle sparatorie “è stata ritrovata nel suo appartamento”. Sull’accaduto indaga la procura federale tedesca che ha aperto un fascicolo per un “presunto atto di terrorismo” di matrice probabilmente “xenofoba”. Il Presidente della Repubblica Mattarella ha espresso vicinanza alla Germani, condannando il “ripugnante gesto di violenza”.