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«In tutti questi anni è stata messa in atto una spoliazione sistematica dell’ospedale di Cetraro»

Leporini (Udc): «Tutte queste cose non possono soggiacere a interessi di campanile e a logiche politico-clientelari»

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Giuseppe Leporini

CETRARO (Cs) – «In tutti questi anni è stata messa in atto una spoliazione sistematica dell’ospedale di Cetraro, storico riferimento del Tirreno, che ha visto lo spostamento cadenzato di reparti interi da Cetraro a Paola».

Lo afferma Giuseppe Leporini (Udc) di Cetraro che interviene in post sul suo profilo social indirizzato al governatore Roberto Occhiuto su quanto sta accadendo a seguito della pubblicazione del nuovo Piano sanitario regionale n.198/2023 che eleva l’ospedale di Cetraro a Dea di primo livello, ma che sta scatenando una rivolta nella città di Paola.

La spoliazione del Iannelli di Cetraro è iniziata «dal Centro trasfusionale, negli anni 80 – ricorda Leporini – con la motivazione (risibile) che i centri trasfusionali dovevano stare nei centri dotati di Tribunale. Poi altri reparti, tra cui ortopedia, contro cui Cetraro ha fatto un ricorso al Tar, vincendolo, ma che è rimasto privo di conseguenze concrete, tant’è che il reparto è ancora a Paola.

Di tutto questo la politica cetrarese ritengo che debba fare un meditato mea culpa – accusa Leporini –  Non si tratta di fare una guerra tra poveri, ma di portare avanti ragionamenti concreti e che abbiano come obiettivo la tutela del bene pubblico e dei legittimo diritto alla cura dei cittadini, che viene prima degli interessi campanilistici delle cittadine».

Tante le domande che Leporini si pone «a cominciare dagli spazi disponibili nei due ospedali per allocare i reparti ne vogliamo parlare? Dei requisiti di sicurezza ed alla possibilità di percorsi differenziati tra pubblico esterno, servizi di pulizia e pazienti sottoposti ad operazioni legati alla presenza di ascensori (1 a Paola, 4 a Cetraro) ne vogliamo parlare? – si chiede Leporini – E della dotazione di sale operatorie attrezzate (1 a Paola, 4 a Cetraro), dell’accessibilità dalla ss18, della sicurezza del sito su cui sorge l’ospedale di Paola, giudicato come il più pericoloso dalla Commissione Barberi e dalla Protezione Civile nel 2009 ne vogliamo parlare?

Tutte queste cose non possono soggiacere ad interessi di campanile ed a logiche politico-clientelari. L’Ospedale – conclude Leporini – è una struttura strategica che deve essere in grado di funzionare anche dopo pesanti calamità naturali per garantire assistenza a feriti e malati».

fiorellasquillaro@calabriainchieste.it