Le larve di processionaria attaccate a un Pino della Sila

Come fermare la processionaria del pino?

 Se ne parla da tempo, ma finora nessuna novità è venuta a galla.  Da alcuni anni il lepidottero ha invaso i boschi di tante regioni italiane, quindi anche in Sila, dove ha raggiunto  altitudini mai toccate prima.

E’ partita una ricerca internazionale sulla processionaria del pino nel Mediterraneo: studiosi spagnoli sono giunti anche in Sila nello scorso mese di giugno per un’importante attività di studio e monitoraggi nell’ambito di un progetto di ricerca internazionale denominato ‘Prowarm’. La finalità è quella di comprendere i cambiamenti spazio-temporali nelle defogliazioni della processionaria del pino nel bacino del Mediterraneo.

Il progetto ‘Prowarm’ studia l’espansione della processionaria del pino nel bacino del Mediterraneo, e sono coinvolti nelle ricerche diversi paesi, tra cui Spagna, Marocco, Albania, Croazia e appunto Italia.

Le attività sono state svolte grazie al supporto tecnico e logistico dell’Ente Parco Nazionale della Sila e con la collaborazione dell’azienda forestale regionale “Calabria Verde”.  Un ruolo cruciale è stato svolto dal GLC (Gruppo Locale di Conservazione), LIPU della Sila, in collaborazione della S.  O.  I.  (Società Ornitologica Italiana).

Gianluca Congi, in qualità di coordinatore del GLC e di vicepresidente della SOI, dopo le interlocuzioni con l’ente parco e Gianluca Piovesan, professore dell’Università degli Studi della Tuscia, ha accompagnato gli studiosi nelle zone dove si originò il fenomeno per l’area della Sila agli inizi degli anni ’90.  Si tratta di alcune pinete naturali e artificiali poste a circa 900-1000 metri a cavallo delle province di Cosenza e Crotone, in agro del Comune di San Giovanni in Fiore,  e in alcune zone poste a circa 1460 m e 1630 m all’interno del Parco Nazionale della Sila in agro del Comune di Casali del Manco, dove recentemente si sono verificati gravissimi attacchi del fitofago.  

Oggi finalmente una prima buona notizia, grazie ad uno studio consegnato da Congi agli studiosi spagnoli, riguardante il Gruccione Merops apiaster nidificante in Sila alle quote stabili più elevate d’Italia e pubblicato sull’ultimo numero della rivista di ornitologia “Gli Uccelli d’Italia”, edita dalla S.  O.  I, per la prima volta si documenta la predazione da parte del Gruccione ai danni di adulti di processionaria del pino in sfarfallamento. Si tratta di un dato inedito, finora sconosciuto, in quanto tra i predatori del lepidottero non figurava questo uccello appartenente ai Meropidae. 

Lo studio di Congi, una volta confermato, potrebbe rappresentare una svolta nella lotta contro la diffusione della processionaria del pino, che al momento sembra fuori controllo, con tutto quello che questo significa per i nostri boschi, per gli animali e anche per l’uomo che ne venisse a contatto.

«Come GLC da molti anni siamo molto attenti al fenomeno della processionaria e anche ai comportamenti dei predatori naturali, in primis gli uccelli – dice Gianluca Congi -.  La conoscenza dettagliata del territorio oltre che delle dinamiche che in esso insistono ci hanno permesso di poter predisporre tutte le informazioni necessarie per poter attuare un piano di campionamento ottimale, facendoci dunque apprezzare anche all’estero per le attività che svolgiamo».

La processionaria del pino è un lepidottero della famiglia Notodontidae, un insetto altamente distruttivo per le pinete poiché le priva di parte del fogliame, compromettendone così il ciclo vitale. Le larve di Processionaria  hanno sostanze urticanti che possono risultare pericolose al contatto, per l’uomo e gli animali.  Può causare eritemi molto dolorosi e reazioni allergiche.  Il contatto con i peli della processionaria può causare lo shock anafilattico.