«Le drammatiche immagini che continuano ad arrivare dalla Turchia e dalla Siria, devastate dal terremoto, suscitano commozione e rabbia. E davanti alle migliaia di vite cancellate dalle macerie di case e palazzi, è immediato pensare alle responsabilità nella mancata applicazione dei principi antisismici nelle costruzioni. Così com’è spontanea un’altra valutazione che riguarda la nostra regione certificata ad alto rischio sismico: fino a che punto siamo pronti ad affrontare la fragilità di un territorio consumato da decenni di cementificazione e devastazione?».
È quanto si chiede il segretario generale della Cgil Area Vasta Catanzaro-Crotone-Vibo, Enzo Scalese, che sottolinea l’importanza di tornare a parlare di prevenzione e di piano straordinario per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio, a partire da edifici scolastici e pubblici.
«Il 100 per cento dei comuni calabresi è ad elevato rischio sismico: recenti studi dimostrano che negli ultimi 350 anni più della metà dei terremoti catastrofici, avvenuti in Italia, si sono registrati in Calabria: parliamo di oltre 200.000 vittime, ed ingenti danni economici e sociali», sottolinea Scalese.
Quella di introdurre «una forte azione preventiva che possa mettere in sicurezza il nostro patrimonio edilizio è un’esigenza assoluta: basti pensare che solo il 14% degli edifici presenti nelle zone sismiche italiane più pericolose sono stati costruiti con criteri antisismici. Considerando l’attuale tendenza d’incremento delle nuove costruzioni, nel 2030 avremo ancora, nelle zone sismiche italiane, l’82% di edifici a rischio sismico».
Il Pnrr «ha assegnato 13,95 miliardi di euro al Superbonus al fine di promuovere l’efficientamento energetico, sismico e la sicurezza dell’edilizia pubblica e privata; gli uffici regionali dovrebbero essere capaci di coinvolgere in maniera coordinata tutti gli enti coinvolti per una maggiore razionalità della programmazione, con maggiore attivismo».
Secondo il sindacalista «serve una Piano straordinario per la messa in sicurezza che promuovere la prevenzione ai rischi sismici e intervenire sulla protezione sismica di edifici esistenti».
Mai come questo caso «la messa in sicurezza si coniuga alla creazione di occupazione: sarebbero migliaia le risorse umane da impiegare per l’attuazione di una programmazione straordinaria per la salvaguardia del territorio e dell’edilizia pubblica. Solo agendo sul fronte della prevenzione, si potranno scongiurare disastri e salvate vite innocenti, come quelle cancellate in Siria e Turchia».