Il sindaco Giovanni Papasso

CASSANO ALLO IONIO (Cs) – Sulla spinosa questione dei rifiuti e della discarica di Cassano, registriamo una documentata e puntigliosa analisi politica dell’associazione ArticoloVentuno a carico dell’amministrazione comunale Papasso.

Un’analisi che inchioda l’attuale sindaco alle sue responsabilità politiche e amministrative rispetto alla promessa chiusura di quella discarica.

Ma andiamo con ordine.

Si rammenta, intanto, come emerge dagli stralci di delibera allegati in fondo, «il voto favorevole dello stesso Primo cittadino che, in pompa magna durante la campagna elettorale del 2019, aveva giurato (e non è una novità) che una volta eletto avrebbe provveduto alla chiusura della discarica, cosa che non è assolutamente avvenuta»

La questione riguarda una «cifra stratosferica a cui si è rinunciato: fino a 40 milioni di euro. Un progetto del genere fatto alla chetichella e  andato avanti con più atti sino ad essere finanziato. Poi, improvvisamente, sempre coloro che lo avevano approvato, frettolosamente hanno optato per rinunciare», attacca l’associazione.

Dunque, «prima deliberati e poi intenzionalmente revocati».

Domanda: «E se il progetto dopo approvato fosse stato valido, perché abbiamo perso il finanziamento? Dal 10.02.22 (data in cui fu deliberata la proposta per la realizzazione di nuovi impianti) al 25.11.2022 (data in cui ci fu la revoca) sarebbe interessante capire cosa sia realmente accaduto. Qui – ironizza l’associazione – la grande esperienza e le capacità di qualcuno vacillano».

E ancora, sempre nel merito della questione: «La forza della retromarcia improvvisa!»

Un altro quesito: «come si fa a commettere un errore così grossolano nelle progettazione e non sapere quali requisiti deve rispettare una pratica di questa importanza? Eppure, all’epoca dei fatti, il primo cittadino, ricopriva anche la carica di presidente facente funzioni dell’Anci.

Nondimeno, secondo alcuni, che tra l’altro sono gli stessi convinti di raggiungere il consenso del 80% dei Cassanesi, pare che Cassano sarebbe invidiata e vorrebbero il nostro Sindaco nei propri paesi. Ma viene prima la salute.

La storia di questo territorio, fatta purtroppo da uomini che non pagano mai dazio e capaci di costruire carriere politiche eccellenti, hanno creato nel tempo questo degrado».

Ma ArticoloVentuno ritiene giusto e corretto ripercorrere le tappe.

«Tutto inizia con la discarica a cielo aperto sulla via di Giostratico che nei fatti ha inquinato in modo particolare il corridoio della Madonna della Catena, interessando il Monte dove per anni la gente pensava di andare a ‘cambiare aria’ e parte di Cassano.

Poi la mano criminale di chi, per denaro, ha portato la morte dove si coltivava il nostro cibo che, con tranquillità, per anni abbiamo mangiato, ritenendolo fresco e genuino. Vicenda chiusasi con un risarcimento irrisorio il cui unico fine era la bonifica del territorio ma, con una continuità inesistente e soprattutto con controlli non puntuali, i soldi sono stati spesi in asfalto e propaganda.

Ma la storia non finisce qui: la bomba innescata in contrada Silva ha dei responsabili che, sempre per il dio denaro, hanno permesso l’avvio ed il suo ampliamento nel tempo sino ai giorni nostri.

E questo non può essere cancellato da selfie (che sono solo da intralcio a chi lavora) o dichiarazioni di nessun genere perché è un dato di fatto che la discarica sia lì, brucia e produce diossina che la gente continua a respirare!

Mentre qualcuno pensa di essere infangato dal semplice fatto che un cittadino rappresenti questa triste realtà, vogliamo ricordare che il fango si lava, la diossina no.

In questo però – e sarebbe grave non ammetterlo – c’è purtroppo la più grande delle responsabilità che, nella nostra comunità fa da padrone: il silenzio e l’indifferenza verso ogni cosa che se non ci tocca, non ci riguarda.

Anche se nei fatti e nel tempo i danni sono diffusi perché ciò che siamo stati capaci di costruirci intorno, crea quelle condizioni di salute che direttamente o indirettamente viviamo.

Sentiamo il dovere morale di rivolgere un sentito ringraziamento particolare a quelle persone che, all’epoca hanno tentato di aprirci gli occhi e che invece abbiamo lasciato da soli, insieme alle nostre scuse di non aver fatto nulla o quasi».

Dunque conclude: «Per alcuni stavano “infangando “, secondo noi stavano raccontando la realtà con l’unico fine di aprirci gli occhi»