CATANZARO – Il provvedimento di riorganizzazione della rete ospedaliera, della rete dell’emergenza e urgenza e delle reti tempo-dipendenti, come da decreto numero 198 del 12 luglio 2023, contestato in vari territori calabresi, con particolare riferimento alla costa tirrenica cosentina, sembra il classico pasticcio alla calabrese.
Nel decreto in questione – firmato da commissario, sub commissario, dirigente generale, dirigente di settore (titoli che rievocano le gesta del megadirettore galattico Duca Conte Balabam di Fantozzi) – si decreta di approvare il documento e si fa «obbligo – si legge testualmente nell’atto – ai Direttori Generali delle Aziende Sanitarie Provinciali e Ospedaliere di attuare quanto in esso contenuto e di provvedere al monitoraggio di attuazione» (allegato).
Salvo poi scoprire, dal decreto del presidente della seconda sezione del Tribunale amministrativo regionale per la Calabria (allegato in basso) che «l’obbligo dei direttori generali delle ASP “di attuare quanto in esso contenuto” – genericamente enunciato nell’atto impugnato – passa di necessità attraverso l’adozione di atti e provvedimenti attuativi al momento non ancora adottati».
Conclusione: manca la firma del Ministero e, pertanto, ci si chiede: cosa faranno ora direttori generali delle Aziende Sanitarie Provinciali e Ospedaliere? Nulla, non potranno dare seguito all’obbligo loro imposto da commissario, sub commissario, dirigente generale, dirigente di settore pagati dai cittadini.