CASSANO ALLO IONIO (Cs) – Sulla continua carenza di acqua potabile a Marina di Sibari, frazione di Cassano allo Ionio, registriamo la presa di posizione dell’associazione ArticoloVentuno, che ancora una volta, senza peli sulla lingua, denuncia disservizi e manchevolezze della politica e delle istituzioni a vari livelli.

«Anche al mare, come al monte, le chiacchiere continuano ed abbondano», è il titolo della nota stampa di analisi critica a firma ArticoloVentuno.

Eccola: «Eppure, a Marina Di Sibari, tante sono state le risorse destinate, anche a discapito di un centro storico trascurato ed ormai preda dei soliti avvoltoi.

A distanza di 10 anni dal primo insediamento degli attuali amministratori locali, a Marina Di Sibari ancora continua a mancare l’acqua potabile!

Le case si sono deprezzate, il turismo non genera la ricchezza che dovrebbe, ed, a malapena, si è riusciti ad elaborare l’ennesimo piano spiaggia.

I villeggianti preferiscono andare in vacanza nei luoghi dove ci sono servizi primari (acqua potabile, rete fognaria adeguata, ecc).

Addirittura, in un grande clima festoso, si è annunciata una postazione del 118 a Marina: foto, strette di mano per poi scoprire che la postazione slogan era e slogan è rimasto.

Così come il sovraccarico continuo della nuova rete elettrica installata in piazzetta che crea non pochi disagi ai commercianti.

Dobbiamo confidare nei fondi del Pnrr, sempre se l’Amministrazione non ci rinunci, per come è abituata a fare ultimamente.

Dopo un decennio, dunque, se arriverà l’acqua potabile (e noi ovviamente ci auguriamo che ciò avvenga) è solo grazie al sacrificio della dipartita di 180.000 persone decedute per Covid ed all’Europa che ha introdotto il PNRR come misura straordinaria per combattere gli effetti devastanti della crisi pandemica.

Probabilmente, questa, non è che la metafora del nostro paese.

Non siamo altro che persone normali, che sui problemi la pensiamo diversamente dall’amministrazione, e per fortuna, c’è ancora consentito. In un sistema democratico, questo non è un reato.

Non ci faremo intimidire da minacce velate contenute in frasi sibilline che rispediamo con forza al mittente.

Già da subito alzeremo la posta ribadendo, qualora ce ne fosse bisogno, di aver le spalle larghe e schiena dritta, ed è per questo che non ci sarà alcuno che ci potrà cucire la bocca, anche perché sarà tutto un crescendo!

Aiutateci ad aiutarvi», conclude l’associazione.