CATANZARO – Giusy Iemma, vicesindaco di Catanzaro e presidente dell’Assemblea regionale del Partito Democratico ha firmato la petizione online sul salario minimo. 
«In un’epoca in cui la tutela dei diritti dei lavoratori è fondamentale, è cruciale affrontare la questione del salario minimo con fermezza e determinazione.  Come ribadito con molta forza dal Partito Democratico, il salario minimo non può scendere al di sotto di 9 euro l’ora. Per questo motivo ho firmato la petizione online sul salario minimo promossa da PD, Movimento 5 Stelle, Verdi, SI e altri soggetti politici. Questa soglia garantisce un livello minimo di retribuzione che consenta a ogni lavoratore di vivere con dignità».
Partire dal fatto che un salario al di sotto del minimo «si traduce in sfruttamento è un dovere morale. Lo sfruttamento non è solo una violazione dei diritti umani fondamentali, ma mina anche alla base l’idea stessa di lavoro equo e dignitoso. Lavoratori sottopagati sono costretti a lottare per sopravvivere, creando un circolo vizioso di precarietà e povertà che rischia di favorire il malaffare. Quando i lavoratori sono costretti ad accettare retribuzioni inique per sbarcare il lunario, la porta è spalancata per forme di sfruttamento più insidiose».
La relazione tra «sfruttamento, precarietà e povertà è ormai chiara e incontestabile. E’ imperativo affrontare con decisione questo argomento, con politiche che mirino a eradicare l’ingiustizia, la miseria, l’oppressione, garantendo condizioni lavorative dignitose a tutti i cittadini».
La soglia di 9 euro l’ora «non può essere abbassata nemmeno nelle negoziazioni contrattuali. Questo significa che nessun accordo o trattativa dovrebbe prevedere una retribuzione inferiore a tale livello. L’obiettivo è garantire una giusta retribuzione ovunque la contrattazione sia assente o distorta da pratiche illecite».
La lotta per un salario minimo dignitoso «è una lotta per la giustizia e per la promozione di coesione sociale. Con il salario minimo a 9 euro, il livello retributivo italiano diverrebbe uno dei più elevati della Ue: i lavoratori coinvolti sarebbero 2,9 milioni, con un aumento retributivo medio annuo di 1,073 euro».
Dunque, «solo attraverso sforzi congiunti e politiche coraggiose possiamo sperare di realizzare un futuro in cui il lavoro sia davvero una fonte di realizzazione del lavoratore e crescita della comunità».
In questa sfida, «non possiamo permetterci di esitare. Dobbiamo rimanere uniti nel perseguire un salario minimo di 9 euro all’ora, non solo per proteggere i diritti dei lavoratori di oggi, ma anche per costruire un domani più equo e umano per tutti».
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