CETRARO (Cs) – Ancora un paziente psichiatrico grave “parcheggiato” per tre giorni in barella in pronto soccorso, insieme ad altri pazienti, prima di essere trasferito in qualche altro presidio ospedaliero, per il trattamento sanitario obbligatorio (tso).
È accaduto nei giorni scorsi nel presidio ospedaliero “Iannelli” di Cetraro. L’uomo, detenuto presso la casa circondariale di Paola, affetto da problemi psichiatrici, era stato trasportato al pronto soccorso del nosocomio cetrarese dalla polizia penitenziaria perché in preda ad un forte stato di alterazione psico-fisica.
In pronto soccorso l’uomo, piantonato da due agenti della polizia penitenziaria e sotto sedazione, è rimasto in barella per tre giorni, in attesa che si liberasse un posto per il tso, in qualche altro ospedale in Calabria o in altre regioni, poiché nel reparto di psichiatria del “Iannelli” i sei posti letto disponibili sono sempre occupati. Ma dopo tre giorni di inutile attesa il detenuto, che nel frattempo era ritornato in sé, è stato ricondotto in carcere.
La gestione dei pazienti psichiatrici nel pronto soccorso dell’ospedale di Cetraro è diventata un’impresa titanica che l’esiguo personale sanitario del reparto e dello stesso ospedale, non riesce più a gestire. Una situazione drammatica che mette a rischio anche l’incolumità delle persone che ricorrono al pronto soccorso. Mentre le aggressioni sia verbali che fisiche e le minacce a medici e paramedici, da parte di parenti inferociti che pretendono immediata assistenza per i loro cari, sono ormai all’ordine del giorno.
L’Azienda sanitaria provinciale di Cosenza non è ancora intervenuta sulla delicata questione della carenza di personale in un presidio come quello di Cetraro che accoglie una vasta utenza, soprattutto dall’Alto Tirreno cosentino, che confida nelle rapide risposte del presidio ospedaliero cetrarese spogliato ormai di ogni cosa. Un sogno che, purtroppo, si infrange con la dura e triste realtà della sanità calabrese.
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