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Prima di ucciderla con 37 coltellate cercò più volte di avvelenarla con un topicida

E' quanto emerge nella relazione medico-legale sul corpo della 29enne Giulia Tramontano, incinta al settimo mese e assassinata assieme al suo piccolo

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MILANO – Il topicida trovato anche nei tessuti e nei capelli della 29enne. La donna è morta dissanguata dopo le 37 coltellate sferrate dal compagno, Alessandro Impagnatiello

Tracce di bromadiolone, principio attivo tra i più tossici dei veleni per topi sono stati  trovati nel sangue, nei capelli e nei tessuti di Giulia Tramontano, uccisa con 37 coltellate dal compagno Alessandro Impagnatiello, e nel piccolo Thiago che portava in grembo.

E’ quanto emerge nella relazione medico-legale sul corpo della 29enne incinta, al settimo mese. Secondo gli esperti di Medicina legale di Milano non si può determinare se questo elemento è frutto “di più somministrazioni a basse dosi” o di un’unica più elevata, ma sicuramente “nell’ultimo mese e mezzo”, prima del delitto, c’è stato un incremento nella somministrazione da parte di Impagnatiello del veleno.

Dalla relazione dei carabinieri emerge che l’indagato a partire dal dicembre 2022 ha fatto ricerche web per capire “quanto veleno è necessario per uccidere una persona” e da alcune chat, una con un’amica, Giulia si sarebbe lamentata di sentirsi “una pezza” dopo aver bevuto una bevanda calda. Una suggestione o forse un’avvisaglia impossibile da immaginare per la 29enne in attesa del suo primo figlio.

Le ricerche, iniziate mesi prima dell’omicidio, potrebbero essere un elemento non da poco nel processo: per l’accusa sono la dimostrazione della premeditazione, aggravante finora esclusa dal gip di Milano Laura Minerva. Un elemento che potrebbe tradursi, in aula, nell’aggravante della crudeltà contestata dalla procura fin dal primo istante.

Ma a causare la morte di Giuli non è stato il topicida, ma le 37 coltellate. La 29enne non ha avuto neppure il tempo di difendersi, perché è stata presa alle spalle. Assenti i tagli su mani e braccia tipici dell’autodifesa, mentre l’autopsia restituisce la mappa delle ferite al collo, al viso e al torace.

Giulia, secondo quanto emerge dalla relazione, non è morta dopo la prima coltellata, ma la lama del coltello da cucina impugnata dal compagno ha affondato per ben 37 volte sul suo colpo prima che la giovane morisse dissanguata. E’ morto di conseguenza anche il piccolo Thiago che la 29enne portava in grembo.