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Perrotta e Saragò: «I protagonisti della “Nuova Era” hanno impiegato il loro tempo nell’aggravare gli squilibri di bilancio»

Bilancio comunale “falsato”: «Abbiamo ravvisato una precisa volontà di rappresentare una situazione debitoria molto più allarmante rispetto a quella reale»

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Roberto Perrotta e Marianna Saragò

PAOLA (Cs) – A seguito dell’importante seduta di Consiglio Comunale che ha visto l’approvazione del Bilancio di Previsione 2023 ed il ricorso al Piano di riequilibrio pluriennale, i consiglieri comunali di minoranza Roberto Perrotta e Marianna Saragò riprendono le considerazioni espresse nell’ultima assise in tema di situazione economico finanziaria dell’Ente.

V’è da dire, intantom che durante la lunga adunanza il gruppo consiliare “Azione Paola” ha ribadito la necessità di rappresentare con chiarezza ai cittadini lo stato dell’ente e la necessità di applicare norme e regole così come proposte dal legislatore, rispettando il principio della veridicità dei dati rappresentati in documenti contabili che, per loro stessa natura, influenzano le attività amministrative dell’ente, ma più in generale le sorti e il futuro della Città.

«Già lo scorso giugno 2023 in occasione dell’approvazione del Rendiconto di Gestione 2022 – ricordano Perrotta e Saragò – avevamo sottolineato un grave errore contabile che ha influenzato sensibilmente il dato del Disavanzo di amministrazione a causa dell’accantonamento di un fondo debiti fuori bilancio quantificato in modo assolutamente scorretto e non veritiero (https://www.calabriainchieste.it/2023/07/03/errore-grossolano-nei-conti-649-38504-euro-di-debiti-fuori-bilancio-gia-coperti-ma-nuovamente-accantonati/).

«Risultano contabilizzati, contribuendo ad incrementare il fondo – denunciano Roberto Perrotta e Marianna Saragò – debiti non solo non ancora del tutto verificati dagli uffici, ma anche privi del parere dell’organo di revisione, deputato per legge ad esprimere un giudizio di congruità, coerenza ed attendibilità del debito prima del passaggio in consiglio comunale per il riconoscimento di legittimità.

Inoltre, fatto ancora più grave che inficia la veridicità complessiva del rendiconto di gestione, il fondo accantonato per i debiti fuori bilancio risulta enormemente gonfiato dalla presenza di debiti di competenza dell’Organismo straordinario di liquidazione.

Qui la vicenda si aggrava giacchè tali debiti, di rilevante importo, poiché già inseriti nella massa passiva del dissesto, trovano copertura finanziaria in altro fondo accantonato nel risultato di amministrazione con la conseguenza di una doppia contabilizzazione e di un’assoluta mancanza di veridicità del risultato contabile complessivo che rappresenta un rilevante, e non veritiero, disavanzo.

Un Disavanzo di amministrazione accertato che, per una quota di circa 9.000.000, dovrebbe trovare copertura nel Bilancio di previsione 2023/2025, almeno in parte, per poi passare ad un piano di riequilibrio pluriennale quale strumento di risanamento dell’ente previsto dal legislatore.

La mancata copertura nel bilancio di previsione 2023/2025 di quota parte del “nuovo disavanzo accertato”, rende di fatto illegittimo il documento previsionale per assoluta assenza degli equilibri.

Mentre si è anche proceduto a prendere atto, con successiva deliberazione consiliare, del permanere degli equilibri di bilancio, invece di procedere ad un accertamento negativo.

Ragioni queste che ci hanno spinto, di comune accordo con tutti i gruppi di minoranza, ad esprimere un voto contrario al bilancio di previsione per il mancato rispetto di principi contabili fondamentali quali la veridicità, l’attendibilità e la trasparenza cosa che ha gravemente inficiato il documento contabile rendendo impossibile procedere alla sua approvazione.

Osservazioni queste che sosteniamo con forza e per le quali condividiamo non solo le considerazioni espresse dagli altri gruppi di minoranza (https://www.calabriainchieste.it/2023/08/27/presunto-grave-errore-nel-bilancio-del-comune-di-paola-lopposizione-scrive-a-corte-dei-conti-e-ministero/), ma anche il ricorso alla richiesta di parere alla Corte dei Conti – Sezione controllo – quale organo deputato alla verifica dei documenti contabili ed in grado di evidenziarne lacune, criticità e irregolarità invitando l’ente alle misure correttive adeguate e necessarie ed evitando che si proceda con approssimazione e convenienza di interpretazione.

Diversi sono stati inoltre gli errori che hanno aggravato la situazione finanziaria dell’ente, senza contare che non sono state poste in essere operazioni di risanamento così come fatto in precedenza e come documentato da atti compiuti e comprovati durante la passata gestione, che avrebbero dovuto trovare una giusta prosecuzione al fine di evitare conseguenze irreparabili e perdite di tempo prezioso.

A ben vedere, infatti, i principali attori di una ERA NUOVA solo nella denominazione, dimentichi del ruolo di protagonisti avuto in passato, non hanno fatto altro che impiegare il loro tempo nell’aggravare gli squilibri di bilancio e nel dare i numeri circa l’ammontare della massa passiva utilizzando i debiti come una clava per cercare di denigrare e colpire, inconsapevoli però del fatto che gli stessi diventano un boomerang pericoloso, in grado di tornare indietro e colpire ancor più forte.

Peraltro, la nostra contrarietà è dipesa anche dall’aver ravvisato una precisa volontà di rappresentare una situazione debitoria molto più allarmante rispetto a quella reale, cosa che, in assenza di necessarie correzioni, è foriera di evidenti danni all’ente ed ai cittadini tutti, destinatari finali di ogni azione amministrativa che, all’attualità, sembra pericolosamente orientarsi verso prospettive di dissesto finanziario.

Non possiamo non evidenziare, a tale ultimo riguardo, l’intervento fatto dalla dott.ssa Greco, componente dell’organo di revisione, la quale ha precisato che il comune di Paola non versa in condizioni tali da richiedere la dichiarazione di dissesto quali l’impossibilità di funzionamento dell’ente, la difficoltà di pagare le spettanze stipendiali ai dipendenti ed i servizi principali.

L’adozione e – si badi bene!! – la successiva approvazione del piano di riequilibrio è l’unica possibile strada da perseguire con serietà e doverosa responsabilità gestendo il risanamento in autonomia, proponendo transazioni vantaggiose ai creditori ed evitando le spese connesse all’insediamento di un organo terzo (più di un milione di euro l’ultimo dissesto!) oltre che le evidenti difficoltà derivanti dall’applicazione di una normativa, quella del dissesto, assolutamente non coordinata con i nuovi principi derivanti dall’armonizzazione contabile.

Riteniamo dunque che il ricorso al piano di riequilibrio pluriennale rappresenti ormai la strada da percorrere e l’unico strumento in grado, SOLO SE BEN COSTRUITO, di non trascinare l’ente nel baratro del dissesto che, come abbiamo osservato, rappresenta un vero e proprio danno per i cittadini e per una città in fase di crescita. Ogni amministratore ha il dovere di rispettare il principio della gradualità e di affrontare situazioni che evitino indebitamenti ventennali e trentennali, elaborando un piano di riequilibrio da attuare attraverso l’individuazione di idonee misure di risanamento.

Non deve trattarsi di un passaggio formale. Tutte queste ragioni ci spingono, oggi ed in futuro, a vigilare dapprima sulla redazione del piano, sulla sua veridicità e poi sulla sua attuazione perché in nessun modo consentiremo che scelte non accurate possano trascinare l’ente, e quindi la città, in percorsi che non meritano, pregiudicando il futuro delle nuove generazioni.

Ecco perché a fronte di tutto ciò e nonostante le bugie e gli affronti perpetrati, ancora una volta, abbiamo preferito comportarci nei confronti dei nostri concittadini con senso di responsabilità, rispetto e lungimiranza, lasciando agli altri deliri e rancori che, come in una sorta di nemesi, vengono immediatamente diradati quando si tratta di attribuirsi meriti o di appropriarsi di opere che riscuotono consensi per poi tornare quando invece si riscontrano malcontenti, ma ricordiamo a questi signori che la memoria viaggia sempre nel doppio senso di circolazione e mai a senso unico come vorrebbe qualche sprovveduto».