La chiesa di San Lucido e don Maurizio Spadafora

SAN LUCIDO (Cs) – Dimissioni, cacciate, revoche, strani furti e bilanci secretati.

C’è un po’ di maretta nella Parrocchia San Giovanni Battista di San Lucido, dove il parroco don Maurizio Spadafora, divenuto tristemente famoso per essere fuggito via dalla località tirrenica nel bel mezzo della pandemia da Covid (è la tesi di tanti, cittadini e organi di stampa, smentita dall’interessato), userebbe il pugno di ferro contro collaboratori e paesani, al solo fine di dirimere il dissenso e punire chi lo contraddice, determinando contestazioni giunte all’attenzione dell’arcivescovo di Cosenza, Giovanni Checchinato e al Collegio dei Consultori.

Nei mesi, infatti, si è dimessa la responsabile dei Catechisti, mentre dal consiglio pastorale sono stati silurati due storici rappresentanti perché, a quanto pare, avrebbero contraddetto il parroco.

E poi, ancora, uno storico punto di forza del banco alimentare è stato revocato e, contestualmente, si è dimesso tutto il gruppo che operava da oltre 20 anni, anche durante la pandemia, quando del prete si sono perse le tracce.

Il mese di agosto, invece, si è dimessa la responsabile del gruppo liturgico, mentre recentemente si è dimessa la responsabile della Caritas dopo oltre 15 anni di onorato servizio.

Insomma, qualcosa non funziona in quella parrocchia di San Lucido.

E per narrare i fatti, di rilevante interesse pubblico, al momento non possiamo che valorizzare le diverse versioni di parte acquisite, visto che non siamo riusciti ad ottenere una presa di posizione, in contraddittorio, di don Maurizio, che invitiamo pubblicamente a prendere posizione, in replica, sulle singole vicende oggetto di segnalazioni (info@calabriainchieste.it).

In un esposto al vescovo Giovanni Checchinato e al Collegio dei Consultori, che fa seguito a un incontro svoltosi lo scorso 17 aprile nella quale è stato «ampiamente argomentata e dimostrata, la grave situazione in cui verte la Parrocchia San Giovanni Battista di San Lucido», si legge quanto segue:

«Sin dall’insediamento del Sacerdote don Maurizio Spadafora, nella nostra parrocchia si sono verificate situazioni che sicuramente hanno lasciato un segno, non in senso positivo, e tanto sgomento nell’intera comunità sanlucidana.

Don Maurizio Spadafora, per non avere impegni quotidiani, dal momento che vive a Cosenza presso la dimora dei familiari, nonostante abbia una bellissima casa canonica ristrutturata dal suo predecessore don Massimo Iaconianni e inaugurata da lui stesso, giacché nessuno mai aveva ancora abitato, ha consegnato le chiavi delle Chiese a chiunque ne faceva richiesta, e talvolta le ha lasciate incustodite.

Proprio per questo suo maldestro comportamento, la chiesa della SS Annunziata ha subito il furto dell’oro antico della Madonna del Rosario, donato dai fedeli per devozione. In merito a questo reato è stato aperto presso il Tribunale di Paola un procedimento penale che è ancora in itinere.

Inoltre, spesso nelle salette della parrocchia, già sede del banco alimentare, si sono verificati furti di derrate alimentari: si ritrovavano, gli scatoloni sigillati precedentemente, aperti e privi di alimenti, il tutto senza alcuna spiegazione e chiarimento.

Nel 2019 l’armadietto dell’Azione Cattolica in cui erano custodite derrate alimentari per i poveri è stato trovato scassinato, quindi la scrivente insieme alla sig.ra (omissis) si recavano da don Maurizio per informarlo dell’avvenuto furto e per chiedergli di visionare le telecamere.

In detta circostanza si rifiutava senza alcuna spiegazione, solo, comunicava al gruppo che avrebbe provveduto alla sistemazione dell’armadio.

In seguito alla Pandemia, su mia richiesta, e principalmente per queste incresciose situazioni che si ripetevano periodicamente, la sede del banco alimentare è stata trasferita, presso l’istituto delle Suore del Sacro Cuore del verbo Incarnato.

Vi è di più, nel periodo della Pandemia, don Maurizio scappava da San lucido, dichiarata zona rossa, e abbandonava l’intera comunità (le fotocopie dei giornali del 2020 che Le ho lasciate nel nostro incontro, provano quanto sto scrivendo).

Tutte le testate giornalistiche riportarono l’accaduto, anche la giornalista Sevaggia Lucarelli ne dedicò intere pagine.

Dopo diversi giorni don Maurizio informava la comunità dichiarando che le autorità lo avevano messo in quarantena obbligatoria giacché era stato a San Lucido il giorno delle palme.

Una giustificazione priva di fondamento, poiché don Maurizio è residente a San Lucido, quindi del tutto singolare era, invece, che si trovasse a Cosenza e non nel paese di residenza!!!!

L’abbandono del paese non è stato accettato dalla Comunità che pian piano si è sempre più allontanata dalla Parrocchia. Anche per il suo comportamento a dir “poco religioso” se lo si può considerare tale, ai posteri l’ardua sentenza!!!

Infatti, in 7 anni di sacerdote di San Lucido, non ha mai partecipato alla veglia del Giovedì Santo (una tradizione molto sentita dalla nostra comunità, quest’anno ridotta a soli 10 persone), alle novene, neanche quella di Natale e quella del Santo Patrono; per non parlare delle “Via Crucis nel periodo quaresimale” ogni venerdì non ha mai partecipato ha solo demandato l’organizzazione ai gruppi parrocchiali.

La sua presenza invece è certa se c’è una manifestazione in pompa magna presieduta da politici e alte personalità o prelati e/o se c ’è divertimento!

Viceversa assistiamo durante le liturgie nella Messa, in particolar nella Consacrazione, a sorrisi inopportuni talvolta anche a battute ridicole, in altre parole la celebrazione diventa un momento “comico”, per non parlare delle omelie, durante le quali passeggia nella navata centrale e la meditazione sul Vangelo del giorno diventa un optional.

Dopo la pandemia, per molto tempo, non ha riunito il consiglio pastorale e il consiglio affari economici della parrocchia. Non ha pubblicato i rendiconti annuali.

È possibile che noi parrocchiani, pur avendo una chiesa virtuosa (don Massimo Iaconianni ha sanato oltre 50.000 euro di debiti lasciati dal predecessore don Franco Spadafora e aveva lasciato nelle casse della chiesa oltre 13.000 euro), la comunità non è informata di quanto avanzo di bilancio ci sono nelle casse della nostra parrocchia!!!

Le regole religiose e non, nella nostra parrocchia non esistono più.

Non rispetta quel che gli viene ordinato dai superiori, infatti, gli arcivescovi suoi predecessori hanno vietato la celebrazione eucaristica nelle chiese private, in barba a quanto è stato stabilito nel decreto, il 6 novembre 2022 ha celebrato la messa per i festeggiamenti di San Leonardo in una chiesa privata, millantando di aver ottenuto una pseudo autorizzazione dal suo caro amico d’infanzia, il vicario generale (omissis), il tutto gliel’ho dimostrato con le foto che lo ritraggono e sono già in suo possesso.

Spesso, quando si prospettano situazioni non conformi al dettato della chiesa e gli vengono eccepite, piovano dal cielo autorizzazioni rigorosamente “verbali” a suo dire concesse dal vicario generale!

Altresì, l’arcivescovo Nolè, dopo la sua fuga dal paese, lo reintegrava a condizione che avrebbe dovuto dimorare a San Lucido, purtroppo dal 2020 ad oggi ciò non è mai successo poiché vive tranquillamente a Cosenza, tuttavia, la canonica è diventata dimora dei suoi congiunti e di recente è frequentata anche da giovani argentini, che temporaneamente vivono nel nostro paese per acquisire la cittadinanza italiana.

È palese che il problema di tutto è il livore che ha nei confronti di don Francesco, dedotto anche dalle parole spese nei suoi confronti, che personalmente non mi interessa, e che tuttavia ha portato alla mia immediata revoca.

Trattasi di pura ostilità nei confronti di un confratello che ha riversato anche sulla mamma, ex presidente della Azione Cattolica oggi dirigente della stessa e ai tempi dell’avvenimento responsabile dell’oratorio, che è stata maltrattata nell’oratorio parrocchiale davanti ai bambini e alla presenza delle animatrici (omissis). Subito dopo la sig.ra (omissis) si dimetteva da responsabile.

Sono in possesso di un vocale inoltrato per errore dal diacono (omissis), nel consiglio pastorale, nel quale rassicurava don Maurizio che l’aveva cacciata dal consiglio Pastorale il 3 dicembre 2022 (sono disposta a farglielo ascoltare).

Detta lite, in breve tempo, è divenuta di dominio pubblico e la comunità ne è rimasta attonita.

Questi comportamenti di don Maurizio sono noti alla comunità, giacché perpetrati nei confronti di altri fedeli, e che sicuramente potrà ritrovare nel suo fascicolo personale presso la curia, poiché sono stati eccepiti dai fedeli che hanno scritto delle missive ai suoi predecessori.

Anche il sindaco dott. Pizzuti aveva scritto una lettera al vescovo in cui metteva in evidenza le sue deficienze e chiedeva un intervento.

Un altro episodio, a dir poco sconcertante, si è verificato il 7 gennaio 2017, riguardante una signora che ha pubblicato un link su fb (tuttora c’è sulla pagina se ritiene opportuno posso inviarle copia) in cui criticava l’addobbo fatto dal sacerdote relativo alla ricorrenza dell’Epifania. Proprio in seguito a questa pubblicazione, don Maurizio l’aggrediva telefonicamente minacciandola che l’avrebbe fatta licenziare da scuola (essendo insegnante di religione) se non avrebbe tolto il link.

La comunità è stanca di tutti questi soprusi. Non meritiamo tutto questo!!!! Ancora una volta San lucido non viene tutelata viste le tante abnormità praticate dal sacerdote e né la mia persona, quale fedele, viene tutelata pur avendo subito offese a mezzo di vocali che custodisco scrupolosamente».

Viene dunque rinnovato l’invito al vescovo di intervenire per «ripristinare la religiosità nella parrocchia», informandolo che se non accadrà nulla, si chiederà l’intervento della Conferenza Episcopale e anche di sua Santità Papa Francesco.

Ribadiamo, dunque, che trattasi di versioni di parte e che, al momento, non è stato possibile stabilire un contraddittorio per consentire al parroco di poter offrire la sua versione dei fatti. Dunque, ci riserviamo di ritornare sulla vicenda.