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Piero Borsani: «Ospedale unico? Tempi lunghissimi e spese ingenti, valorizziamo le strutture esistenti»

L'ex direttore del Dipartimento di Prevenzione dell'ex Asl sostiene il decreto Scura: «Concentriamo tutto su una struttura e annulliamo i doppioni»

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L'ex direttore della Prevenzione, Piero Borsani

PAOLA (Cs) – L’ex direttore del Dipartimento di Prevenzione della ex Asl di Paola, Piero Borsani, consulente medico di Tribunali e Procure, strutture pubbliche e private, prende parte al dibattito sulla sanità, con particolare riferimento alla nuova rete ospedaliera.

Una domanda che il cittadino dovrebbe porsi, dichiara il medico sanlucidano, è la seguente: “Se qualcuno di noi si sente male, su quale ospedale verrà ricoverato? Qual è la scelta di ricovero?”

«Me lo chiedo e lo chiedo ai cittadini – osserva – visto che da più tempo assistiamo a una querelle messa in piedi da varie fazioni politiche che esprimono opinioni in relazione alle due sedi ospedalieri di Paola e di Cetraro.

Tutta la questione si traduce nell’esercitare un potere politico campanilistico e non certo per cercare di offrire un servizio valido e protettivo per gli ammalati.

La presenza di due strutture ospedaliere poste a una distanza irrisoria l’una dall’altra, peraltro, comporta una spesa doppia per medicinali, strumentazioni, ristrutturazioni, mentre l’accentramento di reparti e servizi (tipo: un pronto soccorso in una unica struttura preesistente, tra Paola e Cetraro), eviterebbe polverizzazioni di personale sanitario, esami strumentali, visite, medicinali ecc.

E quindi io sono dell’avviso che si debba agire senza sprechi di soldi e tempi, evitando la costruzione di una nuova struttura, un ospedale unico, la cui realizzazione impiegherebbe anni e anni nonché ingenti somme di denaro, allo stato non stanziate per tale finalità».

Quindi, secondo Piero Borsani «bisognerebbe valorizzare uno dei due presidi esistenti, concentrando tutta la chirurgia in una struttura e la medicina in un’altra, così come concepito a suo tempo dal Decreto Scura».

«Solo così eviteremmo doppi percorsi di ambulanze per trasferimenti di ammalati, sballottati nelle varie strutture sanitarie e anche nelle tre cliniche private convenzionate presenti nell’alto tirreno, arrecando ai soggetti deboli (gli ammalati) uno stress psico-fisico di non poco conto.

Una unica struttura ospedaliera, dunque, servirebbe a offrire maggiori servizi e quindi rilevanti tutele agli ammalati», sottolinea Piero Borsani.

«Basta fare una riflessione su quanto viene erogato oggi dai due ospedali di Paola e di Cetraro – denuncia – che in questo momento effettuano una assistenza sanitaria che fa acqua da tutte le parti».

«Se, infatti, mettiamo da parte quelle unità operative che funzionano, come ad esempio ortopedia, cardiologia e servizi oncologici, tutti gli altri presentano un servizio che fa rimpiangere fortemente il passato», spiega lo specialista.

«Ritornando alla duplicità delle due strutture ospedaliere: cui prodest?

A chi giova la dispersione del personale, i doppioni di acquisto con sperpero di farmaci che poi scadono, strumentazione, ecc ecc, provocando liste di attesa di mesi e mesi? Servono solo agli interessi elettorali e strumentali di quei politici locali che vivono di clientela», afferma il medico.

«Quindi – conclude – basta con questa farsa dei due ospedali, ai cittadini ben pensanti interessa una cosa sola: un servizio sanitario che tuteli la nostra salute».