COSENZA – A Giorgio Zicarelli, consulente tecnico della famiglia di Antonio Ruperti, il 15enne travolto e ucciso da un’auto civetta della polizia nel quartiere di Torre Alta di Cosenza il 9 settembre scorso, ignoti hanno fatto recapitare tre proiettili di fucile da caccia all’interno della sua abitazione di via Marini a Cosenza.

Un atto intimidatorio che potrebbe essere legato alla sua attività professionale.

Zicarelli ha presentato denuncia ai carabinieri.

Il fattaccio è accaduto nella mattinata di lunedì 2 ottobre. Il consulente, entrando nella sua abitazione cosentina, ha notato una busta di plastica attaccata all’estintore in dotazione al palazzo per eventuali emergenze, al cui interno vi erano i tre proiettili di fucile da caccia e un inquietante messaggio scritto con un normografo nel quale si leggeva: “Ora basta. Ruperti è morto per un incidente, lascia stare la polizia. Attento che la tua famiglia prova questi tre proiettili”.

Il contenuto della busta di plastica è stato sequestrato dagli inquirenti.

La vicenda sarebbe quindi legata alla morte di Ruperti che, secondo quanto emerso dai primi accertamenti, indossava il casco, manteneva la destra, non arrivava direttamente da via Panebianco ma da una traversa e quindi non poteva avere raggiunto una velocità eccessiva. Viaggiava al massimo a 50-60 km/h (https://www.calabriainchieste.it/2023/09/22/si-susseguono-i-sopralluoghi-sulla-strada-dove-il-15enne-antonio-ruperti-ha-trovato-la-morte/).

Zicarelli, da noi raggiunto telefonicamente, si è così espresso: «Non ho paura»