COSENZA – Il consigliere comunale di Cosenza e presidente della commissione consiliare Sanità, Giuseppe Ciacco, smentisce il vice presidente del Consiglio regionale della Calabria, Pierluigi Caputo, in merito alla posizione del manager Vitaliano De Salazar, commissario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza ed anche Commissario dell’Azienda zero. Sarebbe incompatibile, De Salazar, e Ciacco dimostra il perché, atti alla mano e con dovizia di particolari.
Ciacco, in particolare, si è inserito in un botta e risposta tra Caputo e il presidente del Consiglio comunale di Cosenza.
Ecco la sua lunga e dettaglia analisi: «Per la verità, non avevo nessuna voglia di intromettermi nella polemica tra il Vice Presidente del Consiglio regionale della Calabria e il Presidente del Consiglio comunale di Cosenza. Anche perché il Presidente non ha assolutamente bisogno di difensori d’ufficio.
E, però, la rozzezza dei toni e dei contenuti, della quale è intrisa la dichiarazione del Vice Presidente del Consiglio regionale, mi ha indignato, sollecitandomi ad approfondire la questione. E, per qualche giorno, ho studiato. Le cose stanno, esattamente, così.
In Calabria, l’Azienda zero è stata istituita con la legge regionale n. 32, approvata il 15 dicembre 2021, pubblicata sul BURC il 20 dicembre 2021, entrata in vigore il 21 dicembre 2021. E’ vero: non c’è nessuna norma, che codifichi, formalmente, l’incompatibilità tra la carica di Commissario di un azienda sanitaria calabrese e la contestuale carica di Commissario dell’Azienda zero.
Epperò, nella sostanza, l’incompatibilità c’è e come c’è! Ed è certificata, guarda caso, proprio e specificatamente, dal combinato disposto degli artt. 1, 2 e 12 del testo legislativo, istitutivo di Azienda zero.
L’art. 1 al comma 2 dice: “L’Azienda Zero persegue…. il controllo direzionale e gestionale dei servizi sanitari… del Servizio sanitario regionale, con modalità… basate su percorsi improntati alla massima trasparenza..”.
L’art. 2 al comma 01 dice: “L’Azienda Zero… svolge funzioni di…. coordinamento, indirizzo e governance delle Aziende sanitarie e degli altri enti del Servizio sanitario regionale”. L’art. 2 al comma 01, lettera b) dice che l’Azienda Zero svolge le proprie funzioni, “assicurando… la verifica del sistema degli obiettivi e dei risultati delle Aziende sanitarie nonché dei Direttori delle Aziende sanitarie”.
L’art. 2 al comma 1, lettere e-g) dice che “L’Azienda Zero ha le seguenti competenze…. redazione del bilancio consolidato preventivo e consuntivo del Servizio sanitario regionale e dei relativi allegati;… indirizzi in materia contabile alle Aziende sanitarie e agli altri enti del Servizio sanitario regionale”.
L’art. 12 al comma 1 dice “Fino alla pubblicazione della deliberazione di Giunta regionale di cui all’articolo 1, comma 4, le funzioni assegnate ad Azienda Zero sono esercitate dalle Aziende sanitarie provinciali, ospedaliere”.
E, allora, l’incompatibilità c’è, e come c’è.
Non è necessario scomodare forbiti e impegnativi principi di esegetica giuridica per sostenere la perfetta configurabilità della dedotta condizione di incompatibilità.
La simmetrica sovrapponibilità nella fase interinale, delle funzioni di Azienda zero con le funzioni delle aziende ospedaliere; (art. 12); la governance delle Aziende sanitarie (artt. 1 e 2), la titolarità del sistema dei controlli esterni, compresa la valutazione degli atti aziendali delle aziende ospedaliere (art 2), la gestione e l’analisi dei bilanci di tutto il sistema sanitario regionale, compresi i bilanci delle Aziende ospedaliere (art 2): questo è, plasticamente, il catalogo dei macroscopici profili di incompatibilità.
Stante il delineato quadro normativo di riferimento, si può, essere, simultaneamente e legittimamente, Commissario dell’AO di Cosenza e Commissario dell’Azienda zero?
Assolutamente no. Poi, certo, alle nostre latitudini, tutto è possibile e accade che il Commissario dell’Azienda ospedaliera di Cosenza diventi, anche, Commissario dell’Azienda zero.
E, tuttavia, il cumulo delle due cariche, evidentemente, sfregia il principio della separation of duties (= separazione dei compiti), che, invece, è l’architrave della governance, come, già nel 1776, lucidamente, teorizzava Adam Smith, e sfregia il divieto della self-disclosure (= autorivelazione), che, invece, è l’architrave del principio di imparzialità e trasparenza, costituzionalmente garantito, e posto a presidio del buono andamento della Pubblica amministrazione. E, allora, l’incompatibilità è, fragorosamente, in re ipsa. Altro che.
Anche perché, diversamente da qualche vacua sciocchezzuola, l’Azienda zero, anziché essere detentrice solo di “alcune funzioni tecnico-amministrative”, è, viceversa, un monstre, sulla cui ipertrofica invasività sono stati, addirittura e autorevolmente, sollevati pertinenti dubbi in ordine alla connessa legittimità costituzionale.
Ed è proprio l’ipertrofica invasività funzionale dell’organismo a radicare la denunciata incompatibilità. E a nulla serve obiettare che non c’è nessuna norma che la preveda. Questo è un argomento, la cui consistenza è pari a zero tagliato!
La mancata previsione normativa, figlia o di un legislatore regionale sciatto e incompetente o di una determinazione, volontaristicamente, omissiva, di certo, però, non è scriminante. E a nulla serve obiettare, con fare pilatesco, che gli uffici giuridici della Regione escludono la sussistenza dell’incompatibilità.
Il dott. Vitaliano De Salazar, al di là della previsione normativa e al di là dei compiacenti pareri degli uffici giuridici regionali, versa in una conclamata situazione di conflitto di interessi.
Ma, di grazia, il dott. De Salazar, da Commissario dell’Azienda zero, dovrà esercitare la governance, anche, sull’Azienda ospedaliera di Cosenza? Si o no? Si.
Dovrà esercitare il controllo esterno, anche, sugli atti dell’Azienda ospedaliera di Cosenza? Si o no? Si. Dovrà analizzare e valutare, anche, i bilanci dell’Azienda ospedaliera di Cosenza? Si o no? Si.
Dovrà redigere il bilancio consolidato del SSR sulla base e in conformità, anche al bilancio dell’Azienda ospedaliera di Cosenza? Si o no? Si.
E, allora, di che cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di una tipica e lapalissiana ipotesi di conflitto di interessi. E a dirlo non sono io. Lo dice un raffinato articolo, a più firme, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Lancet Global Health”, nel numero 9 dell’anno 2021 alle pagine 1057 e ss.
Gli autori sottolineano che esistono tre tipi, diversi, di conflitti di interesse, che possono influenzare l’attività di governance politico-sanitaria.
Il primo si verifica quando “lo stesso decisore sanitario riveste più cariche, fra loro influenzabili, e svolge ruoli diversi, ma fra loro complementari”. E’ la rappresentazione icastica della condizione, nella quale si trova, oggi, il dott. De Salazar. È, proprio, la pluralità di cariche, fra loro interdipendenti, che alimenta il groviglio di interessi.
Ovviamente, Il conflitto di interesse non è una sentenza di colpevolezza. Ci mancherebbe altro. infatti, il conflitto di interesse non si identifica con un’azione o con un comportamento; è una situazione di rischio, che va, prontamente e preventivamente, neutralizzata.
Attraverso un giudizio ex ante e non ex post. E se ai piani alti della Cittadella, gaglioffamente, si fa finta di niente, io sono certo che sarà, proprio, il dott. De Salazar a tirarsi fuori dalla melmosa mischia, nella quale è stato, irresponsabilmente, trascinato.
Affrontare il tema dal punto di vista, esclusivamente, normativo produce un approccio da adempimento, ipocritamente, burocratico. E, invece, le condotte amministrative debbono essere, innanzitutto, guidate, anche e soprattutto, dal sistema di valori, di cui ognuno è portatore.
L’integrità, intesa come collocazione al di sopra di ogni sospetto, è un valore troppo importante per essere lasciato solo al dominio delle norme. E, allora, non ho motivo di dubitare che, nella spregiudicata e melliflua sordità degli altri, sarà il dott. De Salazar a compiere, opportunamente, una personale riflessione, giungendo alla giusta decisione di dimettersi da una delle due cariche.
Certo, se così non sarà, noi non molleremo la presa. Così come non abbiamo mollato e, non molleremo la presa, su altre questioni.
A proposito, illustre sig. Vice Presidente del Consiglio regionale, Lei, che, certamente e assai bene, conosce le stanze del Palazzo di Viale Alimena, risponda, pubblicamente, a queste semplici domande: perché, da oltre 10 anni, avete consegnato, in un regime di scandaloso monopolio, la gestione del servizio degli ausili per disabili, nelle mani dell’originario aggiudicatario? (https://www.calabriainchieste.it/2023/09/28/ausili-terapeutici-ciacco-costringe-graziano-a-predisporre-un-bando-di-gara/).
Perché, contrariamente a quanto è avvenuto per Tecnologie Sanitarie spa, indagata per corruzione, ad Althea, anch’essa indagata per corruzione, non avete revocato l’affidamento?
Perché ad Althea, indagata per corruzione, avete, addirittura, affidato il servizio revocato a Tecnologie sanitarie? A che titolo, dal mese di giugno 2023 a oggi, Althea sta gestendo il servizio? Che fine ha fatto la manifestazione di interesse del 29 dicembre 2022? Che fine ha fatto la Commissione giudicatrice nominata il 27 luglio 2023? Che fine hanno fatto le 3 offerte, che, nel frattempo sono pervenute?
Ancora. Illustre sig. Vice Presidente del Consiglio regionale, Lei, che, certamente e assai bene, conosce le stanze del Dipartimento regionale “Tutela della Salute”, risponda, pubblicamente, a queste semplici domande: perché non vi fate restituire dall’INRCA di Cosenza i soldi che gli avete, indebitamente (per non dire altro) regalato a fronte di prestazioni che, la stessa INRCA, ha confessato che non ha mai erogato e che mai erogherà?
Quei soldi, regalati all’INRCA, sono usciti dai vostri conti correnti personali o sono il compendio del denaro pubblico?
Ancora. Illustre sig. Vice Presidente del Consiglio regionale, Lei, che, certamente e assai bene, conosce le stanze del Palazzo di Via San Martino, risponda, pubblicamente, a queste semplici domande: è vero che, in caso di incendio, non è garantita la sicurezza all’interno della centrale di sterilizzazione dell’AO di Cosenza?
E’ vero che, nella centrale, le zone filtro non sono a norma? E’ vero che, nella centrale, tutte le apparecchiature di processo sono obsolete e non sono in linea con le attuali normative? Risponda, pubblicamente, a queste semplici domande»