Home Calabria Arpacal Regione: Giunta revoca delibera nomina Medaglia (arrestato), «decreto non ancora firmato»

Arpacal Regione: Giunta revoca delibera nomina Medaglia (arrestato), «decreto non ancora firmato»

Medaglia è stato arrestato per decine di progetti di ricerca falsi simulati per ottenere almeno 24 milioni di euro di crediti d’imposta fittizi

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CATANZARO – «Il professor Carlo Maria Medaglia – raggiunto oggi da una misura cautelare, a seguito di un’inchiesta della Procura di Roma e della Guardia di Finanza – non ha ancora lavorato un solo giorno in Arpacal».

«Il decreto del presidente della Giunta regionale indispensabile per ratificare la sua nomina, infatti, non è stato ancora firmato dal governatore Roberto Occhiuto.
In considerazione dei fatti emersi nelle ultime ore, il Dpgr non verrà emanato e la delibera attraverso la quale la Giunta aveva individuato il professor Carlo Maria Medaglia come nuovo commissario straordinario dell’Arpacal verrà revocata».

È quanto si legge in una nota dell’ufficio stampa della Regione Calabria.

Medaglia è stato arrestato per decine di progetti di ricerca falsi simulati per ottenere almeno 24 milioni di euro di crediti d’imposta fittizi.

Sono le accuse che questa mattina hanno portato il Nucleo di polizia-economico finanziaria della Guardia di finanza di Roma a eseguire due misure di custodia cautelare agli arresti domiciliari nei confronti di ex dirigenti della Link Campus University, nota università privata e telematica maltese con sede a Roma. In totale le persone fisiche indagate sono 29, alle quali si aggiungono venti società.

I due arrestati sono il professor Carlo Maria Medaglia, fino al 2020 docente, prorettore e direttore del Dipartimento alla ricerca dell’ateneo e una sua collaboratrice. I reati contestati dalla Procura di Roma sono a vario titolo quelli di indebita compensazione, dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti ai danni dell’erario. Per Medaglia e la sua collaboratrice i pm hanno anche disposto la confisca di conti correnti e beni per il valore totale di 24 milioni di euro, equivalente al profitto della presunta frode.

Tra gli indagati il fondatore ed ex presidente della Link, il novantenne ex ministro democristiano Vincenzo Scotti, che risponde per numerose presunte false fatture emesse dall’ateneo: nei suoi confronti il gip ha ordinato il sequestro per equivalente di oltre tre milioni e mezzo di euro.