CROTONE
Si profila un processo d’appello bis per circa 39 imputati coinvolti nell’inchiesta denominata “Jonny” grazie alla quale nel maggio 2017 la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha fatto luce sulla cosca Arena su gran parte delle attività economiche di Isola Capo Rizzuto, nel crotonese, ed in particolare sul Centro di accoglienza per migranti diventato negli anni una sorta di bancomat dei clan. Lo ha disposto la Cassazione accogliendo gran parte dei ricorsi che erano stati presentati dai 56 imputati condannati in primo e secondo grado.
I giudici romani hanno pronunciato l’assoluzione per quattro imputati, dichiarato inammissibili i ricorsi per altri quattro e rigettato quelli di altre nove persone.
Ma hanno parzialmente accolto i ricorsi di 39 imputati annullando le relative sentenze di condanna di secondo grado, per alcuni capi senza rinvio e per altri con rinvio ad una diversa sezione della corte d’appello di Catanzaro che dovrà dunque celebrare un altro processo all’esito del quale saranno rideterminate le pene precedentemente inflitte. Di conseguenza otterrà uno sconto di pena Leonardo Sacco, ex governatore della Misericordia di Isola Capo Rizzuto che all’epoca gestiva il Centro per migranti, e che avrebbe fatto affari con i clan dividendo con loro i proventi destinati all’accoglienza. A Sacco, condannato in primo grado a 17 anni e 4 mesi di reclusione ma poi aumentati a 20 anni nel processo d’appello, i giudici della Cassazione hanno annullato senza rinvio una serie di capi d’imputazione per malversazione, ovvero l’utilizzo fraudolento dei fondi stanziati per l’accoglienza dei migranti, mentre hanno annullato con rinvio a diversa sezione della corte d’appello l’accusa di essere stato l’organizzatore e il promotore dell’associazione mafiosa sgominata con l’inchiesta “Jonny”.