Il politico amanteano Vincenzo Lazzaroli

AMANTEA (Cs) – «Ci sono momenti nella storia di un paese in cui il bisogno della chiarezza, è fondamentale soprattutto quando una comunità viene toccata al cuore, rispetto a tematiche che riguardano l’importanza della socialità e del buon vivere dei nostri giovani».

Per tale ragione, «sento il dovere prima da cittadino e poi da innamorato della politica, quella con la “P” maiuscola, di riportare con trasparenza tutto ciò che ho avuto modo di verificare, dopo un’accurata ricerca sulla questione degli stadi comunali di Amantea e Campora San Giovanni, che ritengo sia giusto dobbiate sapere».

Nei giorni scorsi, «dopo una serie di comunicati stampa e prese di posizioni tra la giunta comunale in carica e la società ACD Città Amantea 1927 sulla chiusura degli stadi, il sindaco di Amantea, in una famosa diretta Facebook, porta a conoscenza della città che gli stadi di Amantea e Campora risulterebbero privi dell’agibilità necessaria e sprovvisti del rinnovo del CPI, certificato di prevenzione incendi, per come risulta da comunicazione inviata al comune di Amantea dai vigli del fuoco ad ottobre ’23».

Per tale ragione «viene messa in discussione la bontà degli atti del recente passato, che autorizzavano all’utilizzo delle strutture, attribuendo interamente la responsabilità all’ex funzionario dell’ufficio lavori pubblici, “giustificando” il provvedimento di chiusura delle strutture, in attesa di nuovo iter con sanatoria e convocazione della commissione comunale di vigilanza».

La realtà però «è diversa da come ci è stata raccontata, e per dover di verità verso i cittadini e per correttezza nei confronti dell’ex responsabile del procedimento, va raccontata com’è».

Intanto «i due stadi risultano entrambi agibili con regolare autorizzazione, e nella fattispecie per lo stadio di Amantea, l’autorizzazione è stata rilasciata nel gennaio del 2005 (che allego)».

Tale agibilità, «dopo essere rilasciata NON scade, porta con sé due sole prescrizioni che a distanza di anni vanno rinnovate (prassi che rende efficacia all’agibilità):

  1. Rinnovo del CPI (certificato di prevenzione incendi)
  2. Rinnovo della certificazione di idoneità statica».

Per quanto riguarda il CPI,

«contrariamente a quanto dichiarato dal Sindaco, per entrambi gli stati sono stati rinnovati nel 2020 come risulta da PEC inviata ai vigili del fuoco in data 14 settembre 2020- riferimento pratica VV.F. N.15324 per Amantea e N. 8609 per Campora San Giovanni».

Per l’idoneità statica, «nel settembre del 2022, il responsabile dell’ufficio lavori pubblici, essendo tecnico abilitato dichiarava il nulla osta all’utilizzo degli stati, in quanto le due strutture non presentavano variazioni strutturali rispetto al passato, e in deroga venivano concessi alle società sportive attraverso regolare delibera del sindaco».

Allo stato dei fatti, «dopo le dichiarazioni del sindaco le cose sembrano complicarsi notevolmente, “incartandosi” su lungaggini burocratiche; piuttosto di risolvere le questioni, sembra si vada sempre alla ricerca del problema per trovarsi impantanati in situazioni di difficile risoluzione».

Pertanto, «appena il tecnico incaricato avrà redatto la certificazione di idoneità statica, verrà convocata la commissione comunale di vigilanza, che ratificherà certamente nuove prescrizioni per adeguamento alle norme attuali sugli impianti, con tempi lungi e costi decisamente elevati per l’ente comunale, che com’è noto oggi trovasi in forti difficoltà finanziarie».

L’amara verità è che «all’orizzonte si protetta un’altra lunga chiusura, come è avvenuto nell’ultimo periodo, in altre situazioni di pertinenza comunale, su cui a breve darò evidenza sullo stato dell’arte. Qui non è mia intenzione sminuire il rigoroso rispetto delle norme, su cui NON vi dev’essere nessun’ombra, però va altresì detto che amministrare comporta assumersi delle responsabilità a cui non ci si può sottrarre; da qui passa la lungimiranza di un buon politico e di un amministratore capace».

Quello che «contestiamo, ovviamente è il metodo praticato dal sindaco nel porre le questioni alla città; si utilizza il solito meccanismo dell’inquisizione in pubblica piazza per nascondere le proprie incapacità. È prassi consolidata quella di dare in pasto ai social l’agnello sacrificale per “sfamare” i pochi supporters del Re, inglobati nelle loro incrollabili convinzioni (Sigh!)».

E, ancora: «Il sindaco su questa versione avrebbe dovuto esser più cauto ed evitare manipolazioni sulla realtà dei fatti, per usare una frase a lui cara, qui “carta canta”. Probabilmente prima di sentenziare, sotto indicazioni forvianti ed inopportune, avrebbe dovuto interpellare l’ex responsabile del procedimento che certamente avrebbe fornito, tutte le necessarie delucidazioni per una risoluzione più rapida, così la vicenda avrebbe seguito uno sviluppo diverso».

Invece, si è preferito «mistificare la realtà “macchiando” di responsabilità non accertate, un funzionario dello Stato, che durante la gestione commissariale, ha dato prova di imparzialità e competenza su parecchi fronti».

Quindi: «Totale rammarico e solidarietà  per tutto quello che stanno affrontando le società calcistiche presenti nel nostro comune, ACD Città Amantea 1927A.C.D Campora, per i tanti tifosi scontenti  e soprattutto per tutti i giovani e che attraverso il calcio vivono quotidianamente il loro momento di speranza per un riscatto sociale futuro».

Sarebbe stato molto interessante «riferire alla città se per la rigenerazione degli impianti sportivi di Amantea, è stata inoltrata una proposta progettuale al bando “Sport e Periferie 2023” in scadenza il 10 ottobre ’23, per beneficiare fino a 700 mila euro a fondo perduto e con una quota di cofinanziamento».

Infine: «Spero, dunque, per il bene della mia città che prima possibile i due stadi vengano aperti ai tifosi e tutta questa vicenda si concluda definitivamente. Fino a quado è possibile, armatevi di umiltà e cercate di fare qualcosa di concreto per questa città; smettiamola con questi continui e inopportuni scontri tra “buoni e cattivi” che alla lunga generano nausea e profonde divisioni nella nostra comunità, ora basta».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it