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Valanga Hotel Rigopiano, 25 assoluzioni e 5 condanne. Urla e contestazioni in aula

Qualcuno ha gridato “Vergogna, vergogna. Ingiustizia è fatta. Assassini. Venduti. Fate schifo”

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La valanga all'hotel

Dopo oltre sei anni dalla tragedia oggi è arrivata la sentenza di primo grado al processo per la valanga sull’Hotel Rigopiano. La decisione del giudice di Pescara, Gianluca Sarandrea, è stata: 25 assolti (tra cui l’ex prefetto) e 5 condannati tra cui l’attuale sindaco di Farindola.

Al primo cittadino, Ilario Lacchetta, sono stati inflitti 2 anni e otto mesi. Condannati i funzionari della Provincia, Paolo D’Incecco e Mauro Di Blasio a 3 anni e 4 mesi, il gestore dell’hotel Bruno Di Tommaso a 6 mesi e il tecnico Giuseppe Gatto a 6 mesi.

Assolti l’ex prefetto di Pescara, Francesco Provolo, e l’ex presidente della Provincia, Antonio Di Marco e tutti gli altri imputati. La sentenza ha creato scompiglio in aula. Molto dura, infatti, è stata la reazione dei parenti delle vittime alla lettura del dispositivo. Qualcuno ha gridato “Vergogna, vergogna. Ingiustizia è fatta. Assassini. Venduti. Fate schifo”.

Altri parenti sono stati trattenuti dalle forze dell’ordine. “Attenderemo le valutazioni della sentenza per valutare il ricorso all’appello. Ciò che emerge chiaramente è che è stato cancellato il reato di disastro colposo” spiega all’Ansa il capo della Procura pescarese Giuseppe Bellelli.

Lacchetta è stato ritenuto responsabile limitatamente alla omissione dell’ordinanza di inagibilità e di sgombero dell’Hotel Rigopiano. D’Incecco e Di Blasio, rispettivamente dirigente e responsabile del servizio di viabilità della Provincia di Pescara, sono stati invece ritenuti responsabili relativamente al monitoraggio della percorribilità delle strade rientranti nel comparto della S.P. 8, e alla pulizia notturna dalla neve ovvero al mancato reperimento di un mezzo sostitutivo della turbina Unimog tg CK 236 NB fuori uso, nonché alla mancata chiusura al traffico veicolare del tratto stradale della provinciale 8 dal bivio Mirri e Rigopiano. Concesse a entrambi gli imputati le circostanze attenuanti generiche.

Sei mesi di reclusione per falso, infine, al gestore dell’albergo e amministratore della società Gran Sasso resort&spa Di Tommaso e Gatto, redattore della relazione tecnica allegata alla richiesta della stessa società di intervenire su tettoie e verande dell’hotel.

Il pomeriggio del 18 gennaio del 2017 migliaia di metri cubi di neve spazzarono via tutto, la struttura, ma soprattutto 29 vite. Tra i 30 imputati esponenti politici, funzionari, dirigenti prefettizi e i gestori dell’Hotel, per ipotesi di reato che vanno dal disastro colposo, omicidio plurimo colposo, lesioni plurime colpose, falso ed anche depistaggio e abuso edilizio.