«Abbiamo azionato ogni procedura dei trattati internazionali, abbiamo offerto trasferimento, cure, collaborazione. L’Italia ha fatto il possibile su richiesta dei genitori, ma ha trovato solo muri. Oggi verso le 11 il sistema inglese staccherà i supporti vitali a #IndiGregory”». Così su X (Twitter) l’avvocato Simone Pillon, cofondatore del Family Day che sta seguendo la famiglia Gregory in Italia in questi giorni.
Il papà: «Decisione molto difficile da accettare»
«So di questa decisione, è veramente molto difficile accettarla per me
. Me l’aspettavo, sì, perché ci avevano spiegato che quel tipo di terapia non era praticamente possibile, non c’era niente da fare». Lo ha detto il papà della piccola Indi, Dean Gregory, commentando la decisione dei giudici inglesi di sospendere le cure che tengono in vita la piccola.
“Volevamo che Indi andasse in Italia nella speranza che si potesse fare una terapia – ha aggiunto -, che si potesse curarla: poi c’è stata questa decisione, e non era più possibile farlo”.
«Ricordo momenti di tenerezza con Indi, quando era possibile appunto tenerla in braccio, quando alcune volte l’ho lavata alcune volte e l’ho pulita, lei rispondeva, c’erano queste reazioni positive da parte sua»: ha ricordato con commozione l’uomo.
Indi, ha spiegato il padre «cercava di esprimersi, di ‘parlare‘, naturalmente con il linguaggio di una bambina molto piccola, le piaceva quando la toccavo e l’accarezzavo…». Faceva gesti vitali? «Sì, esattamente così. È viva, si muove, si vede anche che soffre e che sta male» (Agi).