Il consigliere Giuseppe Ciacco

COSENZA –

E’ il consigliere comunale della città di Cosenza, Giuseppe Ciacco, ad accendere i riflettori sulle gravi condizioni in cui versa il nosocomio cittadino. 

«L’AGENAS – evidenzia il consigliere – ha pubblicato la nuova classifica degli ospedali d’Italia. Per il secondo anno, di seguito, salgono sul podio, di migliori ospedali d’Italia, l’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano e l’Azienda Ospedaliera Universitaria delle Marche. I due ospedali, il primo privato ed il secondo pubblico, figurano, infatti, al top nella classifica del Programma Nazionale Esiti (Pne), che l’Agenas ha sviluppato su mandato del Ministero della Salute».

Di contro, «al primo posto, nella sezione dei peggiori ospedali italiani, figura, ancora e esattamente, l’Ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza. Quindi, l’Ospedale di Cosenza è il peggiore ospedale italiano; è l’ospedale con le performance più basse».

Sennonchè, «da Wikipedia, si legge che l’attuale Presidente della Giunta regionale della Calabria, nonché Commissario ad acta della sanità, è nato a Cosenza ed è il fratello minore di colui il quale, per dieci anni, dal 2011 al 2021, è stato il Sindaco di Cosenza. Quindi, il Governatore della Calabria è figlio verace della città di Cosenza. E allora, è paradossale che proprio l’Ospedale della città, nella quale è nato e, verosimilmente, vive il Governatore – Commissario ad acta, nella quale il di lui fratello è stato, per dieci anni, Sindaco, sia, maledettamente, il fanalino di coda nella classifica nazionale».

E’ una vera e propria «contraddizione in termini. Se un Governatore, per di più e per giunta, Commissario ad acta della sanità, non è in grado di risollevare, dall’ultimo posto in classifica, l’Ospedale della propria città, vuol dire allora, che l’inettitudine gestionale e l’incapacità politica hanno raggiunto vette stratosferiche, che mettono in gravissima sofferenza la stessa esigibilità del diritto alla salute di migliaia e migliaia di cittadini».

La collocazione dell’Ospedale di Cosenza all’ultimo posto della classifica nazionale «è il timbro di fabbrica di un ceto politico, che, sul terreno del governo della sanità – ma, per la verità, non solo su questo terreno – ha inappellabilmente e disastrosamente fallito. Ed è un fallimento ascrivibile, esclusivamente, alla classe dirigente. E nessuno si azzardi a scaricare eventuali responsabilità sulla classe medica e infermieristica dell’Annunziata».

I medici e gli infermieri dell’Ospedale di Cosenza «costituiscono un meraviglioso esercito, di uomini e donne in carne ossa, dalle straordinarie qualità professionali, che quotidianamente, con esemplare abnegazione, stanno in trincea, nonostante le acute criticità strutturali di uno stabilimento ospedaliero, la cui decadenza è in caduta libera».

E la decadenza dell’Annunziata «è figlia legittima del Commissario ad acta e del management aziendale, complice e sodale del primo. La decadenza è figlia legittima di scelte errate, di imperdonabili ritardi, di dannose inadempienze, di torbidi intrighi. E sotto questa profilo, è e continua a essere, terribilmente emblematica la vicenda della Centrale di sterilizzazione dell’Azienda ospedaliera di Cosenza».

Le Centrali di Sterilizzazione sono il cuore del sistema ospedaliero. «Ebbene, la centrale di sterilizzazione dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, al di là di qualche partigiana difesa d’ufficio, è allo stato attuale una micidiale fonte di pericolo: lo attestano, inoppugnabilmente, i verbali dei sopralluoghi effettuati lo scorso mese di febbraio, cioè a dire 9 mesi fa. Quei verbali ricostruiscono una situazione spaventosamente allarmante, fra l’altro, datata nel tempo. E quei verbali certificano che tutte le apparecchiature di processo sono obsolete e non in linea con le attuali normative: ed è vero, perché si tratta di strumenti acquistati oltre 20 anni fa e per i quali, sul mercato, oggi non si rinvengono neppure i pezzi di ricambio. E quei verbali certificano che l’impianto elettrico non è a norma; che non è stata eseguita nessuna analisi sulla composizione del materiale della controsoffittatura: è possibile, quindi, che in quei pannelli, ci sia anche amianto; che le zone filtro delle aree di lavoro non sono a norma, secondo le linee guida dell’OMS; che le porte tagliafuoco sono presenti soltanto sul perimetro esterno della Centrale: il che significa che, all’interno della centrale, se divampa un incendio, c’è il rischio, serio e concreto, di morire carbonizzati».

Ciò nonostante, «da quel sopralluogo sono trascorsi oltre 9 mesi e la situazione non è cambiata nemmeno di una virgola. Addirittura a quanto pare, da una parte, l’Azienda che gestisce al momento il processo di sterilizzazione, avrebbe, maldestramente e irresponsabilmente, dichiarato che il servizio può tranquillamente continuare a essere erogato in queste attuali condizioni e, dall’altra parte, il progetto esecutivo e definitivo dei lavori di manutenzione, starebbe stagnando nei cassetti della scrivania del Commissario dell’Azienda ospedaliera».

Della serie, «tutti, il Commissario ad acta alla sanità, il Commissario dell’Azienda ospedaliera, i tecnici dei servizi ospedalieri, i tecnici dell’azienda ospedaliera, il consulente dell’azienda ospedaliera, il gestore del servizio, sanno e, tutti, ostinatamente accaniti, a declinare una scandalosa, scellerata e intollerabile inerzia».

E nel frattempo, «la centrale di sterilizzazione dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, continua a versare in una condizione di degradante sfacelo, che pone in grave pericolo l’incolumità pubblica. Ecco perché, poi, l’Ospedale di Cosenza è l’ultimo nella classifica nazionale. Che miserabile vergogna».

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