SANT’ONOFRIO (Vv) – Associazione realizza ed espone striscione contro la violenza sulle donne nella giornata di sensibilizzazione ma il sindaco lo fa rimuovere. E’ accaduto Sant’Onofrio, comune a pochi chilometri da Vibo Valentia.
A segnalare la vicenda è l’associazione “Bubini Aps” che aveva realizzato ed esposto lo striscione recante la frase “Proteggi tua figlia, educa tuo figlio” installato nel centro del paese.
«Scriviamo a malincuore queste righe – afferma l’associazione in una nota – per denunciare che nella giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. L’iniziativa intrapresa nasceva dalla volontà di poter sensibilizzare al meglio le persone nei confronti del delicato tema.
Per evitare di commettere errori – aggiungono – era stato contattato un rappresentante dell’amministrazione comunale di Sant’Onofrio per avere maggiori indicazioni sull’iter burocratico da seguire.
A tal proposito era stato richiesto di informare da parte nostra solo gli enti competenti (Polizia Locale, Area Tecnica) attraverso comunicazione scritta e Pec.
Ciò che effettivamente è stato eseguito».
L’associazione, nella nota, rileva che tale idea era stata, in prima battuta, accolta positivamente e anche il titolare di un immobile sul quale sarebbe poi stato affisso, in prima battuta, lo striscione aveva dato il proprio assenso.
E pertanto, nella mattinata del 25 novembre, in collaborazione con altre associazioni, la Bubini Aps, ha allestito la piazza di nastri rossi e striscioni con vari slogan, come da accordo.
Si intendeva e si presupponeva di poter mantenere questi segni per tutto l’arco della giornata, ma così non è stato poiché il nostro striscione è stato rimosso da alcuni addetti comunali sotto direttiva del sindaco e a nostra insaputa».
I rappresentanti dell’associazione fanno sapere di avere avuto «un confronto telefonico direttamente con il sindaco, Nino Pezzo, in quanto non è stato possibile avere un incontro di persona, per avere delucidazione e spiegazione della rimozione durante la quale sono state fornite varie motivazioni, tra cui il luogo non adatto allo striscione, nonché la mancata comunicazione diretta con lui stesso».