PAOLA (Cs) – «Il piano di riequilibrio finanziario del Comune di Paola conseguenza di errori e ritardi di quest’amministrazione».
E’ la denuncia del capogruppo consiliare di “Forza Paola Domani”, Emira Ciodaro.
Il Sindaco Politano, dopo aver, con colpevole inerzia, definitivamente azzoppato le finanze dell’Ente, sceglie di percorrere la via del predissesto, ma il Piano approntato si rivela inadeguato e vessatorio. Privo di misure capaci di garantire il rinnovamento invocato e di frenare l’inarrestabile deficit.
Dopo il disastro in tema di diritto alla salute, la Città di Paola dovrà fare i conti con l’ennesimo disastro economico finanziario. In un ente di dimensioni ridotte, quale il nostro, il Bilancio avrebbe dovuto rappresentare il bene comune per eccellenza ed un’amministrazione lungimirante avrebbe dovuto agire di conseguenza. Invece, a distanza di poche settimane dalla richiesta di accesso alla procedura ex art.243 bis e ss. del TUEL, siamo chiamati a risanare una massa passiva di 12.800.000,00 milioni, di gran lunga superiore ai 9 milioni accertati con rendiconto 2022, a conferma del basso livello di serietà e trasparenza posti a base dei precedenti documenti contabili».
Queste le ragioni per le quali “Forza Paola Domani” ha espresso voto contrario al piano di riequilibrio finanziario, varato con i soli voti dei gruppi di maggioranza.
Ma entriamo più nel merito.
Il piano, a giudizio del gruppo di Emira Ciodaro, «si rivela fortemente inattendibile e privo di precedenti altrettanto negativi nella storia amministrativa di questa Città, di conseguenza, appare difficilmente perseguibile l’obbiettivo di risollevare l’Ente dalla condizione di deficit strutturale o di garantire equilibri duraturi».
RISORSE DELL’ORGANISMO DI LIQUIDAZIONE E FONDO DI ROTAZIONE
In sostanza, verrebbero utilizzate le risorse vincolate e certe riversate dalla OSL, pari ad euro 5.065.000,00 milioni, peraltro, disponibili sin dal 2019.
Parallelamente, si prevede di utilizzare le risorse che dovrebbero pervenire dall’accesso al Fondo di Rotazione, pari ad euro 4.448.000,00 milioni.
La logica è la seguente: nei prossimi tre anni pagheremo con risorse certe, quali quelle del FR e della OSL, la restante parte del Piano è affidata ad improbabili riscossioni e tagli di spesa, ad ipotetiche dismissioni e valorizzazioni del patrimonio disponibile, basate su stime approssimative e lontane da logiche di mercato, talmente ipotetiche che la stessa Relazione che accompagna il Piano richiama possibili compensazioni.
Incredibile che, a distanza di un anno e mezzo dall’insediamento di quest’amministrazione, periodo caratterizzato da assoluta mancanza di iniziative in direzione della messa in sicurezza delle casse dell’Ente, l’unica soluzione proposta sia stata quella di far pagare ai contribuenti il costo di una crisi, causata dagli stessi amministratori attualmente in carica, per non aver attuato esattamente queste misure», denuncia ancora Ciodaro.
Il gruppo “Forza Paola Domani”, con «spirito costruttivo e sincero senso di responsabilità, sin dal primo giorno di vita della consiliatura, ha sempre invocato l’accertamento straordinario dei residui attivi e dei debiti fuori Bilancio, a copertura dei quali utilizzare le somme OSL», ricorda.
«AUMENTATE LA PERCENTUALE DI RISCOSSIONE»
Soprattutto, invitava gli amministratori ad incrementare la percentuale di riscossione, a fronte di residui attivi per oltre 50 milioni di euro, nonché a rivedere la spesa corrente e riorganizzare tutti i servizi locali. Tutto ciò veniva valutato quale pura polemica politica da un Sindaco privo di consapevolezza ed ostaggio dei suoi stessi pregiudizi, peraltro, corresponsabile dello stato di eterna incertezza delle finanze dell’Ente.
Inoltre, in un solo anno e mezzo, siamo costretti a registrare un incremento del Fcde (Fondo crediti di dubbia esigibilità) per un importo pari ad euro 2.851.765,45 milioni.
Un Sindaco, talmente prigioniero della sua prosopopea da rimanere insensibile rispetto ai contributi positivi provenienti da tutti i gruppi di minoranza in fase di predisposizione ed applicazione annuale dei tributi, causando, anche in questa settore, un buco di oltre 2.400.000,00 milioni.
In altri termini, davvero preoccupante che, al Sindaco ed alla sua maggioranza, a causa di loro ritardi ed errori, sia da addebitare la responsabilità di circa la metà del disavanzo oggetto del Piano di Riequilibrio.
La sua sostenibilità, inoltre, viene affidata ad una generica attività di riscossione, richiamata senza fare riferimento ad alcun piano, pertanto, il rischio che si corre è quello di mortificare definitivamente le speranze di crescita di questo territorio e del suo tessuto imprenditoriale e sociale.
GRAVATO DA PIANO DI RIENTRO E NUMEROSI DISAVANZI
L’Ente, già gravato da due piani di rientro da altrettanti disavanzi, con rate di ammortamento molto pesanti, quella per il 2024 di circa 800 mila euro, si propone di attingere al Fondo di Rotazione, il cui accesso risulta sottoposto a condizioni intollerabili per le tasche dei cittadini contribuenti, quali: mantenimento al livello massimo delle aliquote di tutti i tributi ed imposte per i prossimi 10 anni; copertura dei costi dei vari servizi locali a totale carico dei contribuenti; riduzione della spesa per il personale; tagli ai fondi destinati alla retribuzione accessoria; blocco dell’indebitamento.
Il fallimento politico di questo Sindaco e di quest’amministrazione è sotto gli occhi di tutti. Dunque, il nostro no al Piano rappresenta, innanzitutto, un dovere morale. Tutto grava sulle spalle dei cittadini, mentre il livello delle indennità di funzione non accenna a diminuire, al contrario, cresce vertiginosamente.
RISCOSSIONE FERMA
La spesa corrente, nel frattempo, non registra alcun intervento di razionalizzazione e le riscossioni rimangono ferme al 49%. Da anni il livello di raccolta differenziata si attesta su percentuali virtuose, con valori medi che sfiorano l’80%, grazie alla fattiva e diligente collaborazione dei cittadini, eppure ciò non si traduce in riduzione dei costi e delle aliquote. Senonché, il nostro auspicio è che le previsioni di entrata del PRF si rivelino fondate, ma il timore, viste le premesse, è che questo Ente stia per avviarsi verso il terzo dissesto.
IMPOSTA DI SOGGIORNO, OPERAZIONE INUTILE
Del resto, il programmato incremento dell’imposta di soggiorno per 22.000,00 mila euro, questa la somma inserita quale voce di entrata nel Piano in esame, appare talmente irrisorio, da farci restare allibiti, fermi restando i dubbi circa la possibilità di utilizzare questa entrata per finalità contrastanti con quelle indicate in fase di istituzione, ci si chiede come sia possibile che, a fronte di un disavanzo complessivo di oltre 21 milioni di euro, importi di questa natura possano incidere.
Disarmante il silenzio dei Consiglieri Comunali di maggioranza, i quali, con buona pace delle promesse elettorali di riduzione del carico fiscale e di riorganizzazione dei servizi, hanno condiviso questo Piano in modo acritico.
Quest’amministrazione, in verità, potendo contare su ingenti risorse, con previsioni di spesa per investimento di oltre 100.000 milioni di euro, provenienti dai fondi Cipess e Pnrr, frutto del lavoro dei predecessori, avrebbe potuto dedicare con serenità maggiori energie positive in direzione del risanamento delle finanze locali ed evitare alla Città di Paola questo Piano lacrime e sangue», conclude la dottoressa Ciodaro.