Randagi

FALERNA (Cz) – Nei giorni scorsi a Falerna (Catanzaro) sono stati rinvenuti vari cani avvelenati, pennette avvelenate e acqua contaminata. In merito “Calabria inchieste”, attraverso la denuncia di Alessia Martire – prima delle non elette al Comune di Amantea alle ultime elezioni, e docente – ha fornito dettagliate notizie chiedendo anche una presa di posizione da parte dell’amministrazione comunale https://www.calabriainchieste.it/2023/11/17/avvelenano-un-ca…al-network-video

Considerando che anche nel quartiere Meraglia sito in Lamezia Terme, nei pressi di una rotatoria, è stato rinvenuto un cane avvelenato, che, a differenza degli altri cani deceduti in Falerna, è stato salvato poiché trasportato tempestivamente in una clinica veterinaria, è scesa in campo anche l’associazione Gaia Animali & Ambiente, tramite il suo avvocato Eleonora Carchedi, depositando atto di denuncia – querela alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Lamezia Terme.

«L’avvelenamento e l’uccisione di animali sono reati puniti severamente dal nostro codice penale», spiega il presidente nazionale di Gaia Animali & Ambiente, Edgar Meyer, che ha firmato la denuncia.

Ed è «un reato particolarmente odioso e vigliacco. Gli animali, vittime incolpevoli di ignoranza e inciviltà, muoiono dopo agonia e sofferenze che solo persone sadiche e crudeli possono causare. Queste persone vanno fermate e punite», conclude Meyer.

Gaia Animali & Ambiente ricorda che, come recita l’art. 544bis del Codice penale, chiunque per crudeltà o senza necessità cagiona la morte di un animale è punito con la reclusione da quattro mesi a due anni. «E’ necessario un cambio culturale che passa anche attraverso indagini e sentenze esemplari».

In questa battaglia per un cambio culturale la delegazione calabrese di Gaia Animali & Ambiente, capitanata da Laura Bruni e Francesco Corrado, è disponibile ad iniziare un percorso di collaborazione con le Istituzioni al fine di arginare il triste fenomeno del randagismo e cambiare la mentalità relativa agli avvelenamenti.

La situazione, dunque, si fa più seria soprattutto per chi avrebbe dovuto vigilare e intervenire e non lo ha fatto.

stefaniasapienza@calabriainchieste.it