COSENZA (Cs) – Si chiama Microcredito di Libertà ed è rivolto alle donne vittime di violenza che vogliono rendersi autonome. Offre un finanziamento a tasso 0 fino a 10mila euro per superare una momentanea difficoltà finanziaria e fino a un importo massimo di 50mila euro per avviare o sviluppare iniziative imprenditoriali.
In aggiunta alle opportunità del percorso regionale di sostegno all’emersione di nuove imprese femminili in Calabria Yes I Start Up Donne, il nuovo progetto è stato presentato e promosso in Provincia di Cosenza da Katya Gentile, presidente della VI Commissione Agricoltura Turismo, Commercio, Politiche Giovanili del Consiglio Regionale della Calabria insieme ad Antonello Rispoli, responsabile dell’Ente Nazionale per il Microcredito.
Coordinati dal comunicatore strategico Lenin Montesanto all’evento di presentazione, ospitato nella Sala degli Specchi del Palazzo del Governo, sono intervenute anche Rita Benigno, responsabile ufficio stampa, servizio logistica eventi ed Urp dell’ente Provincia che ha portato i saluti della Presidente Rosaria Succurro e Matilde Spadafora Lanzino, presidente della Fondazione Roberta Lanzino ODV Centro Antiviolenza e Casa Rifugio di Rende, attiva da 34 anni.
«La violenza sulle donne – ha sottolineato la Presidente Spadafora – resta un cancro che in quanto tale deve essere affrontato da tutti, nessuno escluso e in modo concreto. Ben vengano, dunque, iniziative concrete come queste che prendono a cuore il nocciolo vero della questione: la solitudine ed il dramma in cui si ritrovano le donne dopo avere superato il trauma psicologico ed essere uscite con fatica dal percorso giudiziario. Di questo hanno bisogno: lavoro e casa. Il ruolo delle istituzioni pubbliche – ha concluso – deve essere proprio quello di chiudere il cerchio intorno alla lotta contro la violenza di genere».
YES I START UP DONNE «è uno strumento importantissimo per quante, purtroppo vittime di violenza, desiderano rendersi autonome e conquistare quel riscatto che hanno rincorso tutta la vita. Ci siamo voluti focalizzare sulle donne più fragili, quelle che vengono assistite dai centri antiviolenza ed ospiti delle case rifugio per condividere con loro quest’altro importante strumento, il Microcredito di Libertà perché può essere prezioso ad esempio per sostenere gli studi dei figli, pagare un affitto per uscire dai centri o, ancora, per spese di trasporto e sanitarie».
Promosso dal «Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri – ha spiegato Rispoli – il Microcredito di Libertà offre anche assistenza gratuita di un tutor di microcredito, sia nella fase istruttoria che durante il periodo di ammortamento e corsi gratuiti di formazione all’educazione finanziaria e all’autoimprenditorialità».
I REQUISITI – Il Microcredito sociale è destinato a donne, residenti in Italia, in condizione di transitoria difficoltà finanziaria. Il Microcredito imprenditoriale, invece, è destinato a donne che vorrebbero realizzare un progetto imprenditoriale: lavoratrici autonome o libere professioniste titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con massimo cinque dipendenti; oppure imprese con le seguenti caratteristiche: imprese individuali, anche neocostituite, titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con massimo cinque dipendenti; società di persone, società tra professionisti, s.r.l. semplificate e società cooperative, associazioni, anche neocostituite, titolari di partita IVA da non più di 5 anni e con massimo 10 dipendenti.
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