PAOLA (Cs) – L’organizzazione sindacale Con.Si.Pe. (Confederazione Sindacati Penitenziari), presieduta da Domenico Nicotra, nell’ambito di un vertice svoltosi lunedì scorso presso l’Istituto di pena di Paola, ma anche nei mesi precedenti e per iscritto, ha contestato vibratamente la presunta cattiva gestione della distribuzione del carico di lavoro tra il personale dell’amministrazione penitenziaria interno alla casa circondariale di contrada Deuda, con particolare riferimento a turni, straordinari, ruoli e responsabilità.

Uno stato di cose che ha costretto l’Organizzazione sindacale ad intervenire reiteratamente con richieste di chiarimento scritte inviate, tra gli altri, al provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Liberato Guerriero, senza però avere ottenuto riscontri o soluzioni delle problematiche.

Questioni che, secondo quanto appreso direttamente sul posto in un’assemblea sindacale, opprimerebbero parte del personale, agevolando altri colleghi di lavoro.

In particolare, si lamenta la presunta cattiva gestione dei turni e dei riposi festivi, con unità di personale che si ritroverebbe a dover lavorare anche 12 giorni consecutivi.

Altri colleghi, invece, vivrebbero una condizione molto favorevole, svolgendo pure ruoli superiori alle proprie mansioni.

Ad esempio: durante il vertice con il personale è stato evidenziato che il cosiddetto “cambio di guardia” viene dato da un ispettore, anziché da un agente.

Agenti giovani che, secondo quanto si denuncia, godrebbero di “privilegi” rispetto a colleghi più titolati e anziani.

Più nello specifico, in virtù di quanto sopra detto, il Con.Si.Pe ha chiesto di avere copia dei modelli 14/A di tutti gli uffici e servizi dall’1 gennaio 2023 al 14 ottobre 2023, di tutti i ruoli e di tutti i settori, nonché il modulo dal quale si evincono le variazioni dei posti di servizio e degli orari di lavoro come parte integrante del foglio di servizio.

Tale richiesta è avanzata in quanto pervengono al sindacato doglianze circa una «non equa distribuzione dei carichi di lavoro, della rotazione del servizio a turno nei vari posti di servizio (serali, notturni e festivi) e di un uso “arbitrario” del ricorso allo straordinario da parte di alcuni addetti (vedasi navetta mattutina e pomeridiana – ufficio servizi – ufficio comando – segreteria agenti – comandante di reparto ecc.), che sembrerebbero essersi arrogati il diritto di 2/3 ore al giorno di straordinario».

Alla stessa Confederazione sindacale sono giunte numerose segnalazioni «afferenti le disposizioni adottate dal carcere di Paola per ottemperare a quanto normativamente disposto in materia di anticorruzione e susseguenti note amministrative provveditoriali che riguardano interventi di rotazione periodica del personale impiegato in delicati posti di servizio (individuati dalla Direzione stessa quali: addetto automezzi/sopravvitto/conti correnti/casellario)».

In particolare ci si riferisce all’Ordine di Servizio n. 128 del 12 settembre 2023 che vede avvicendarsi, “con necessità e urgenza”, personale addetto automezzi quasi in maniera esclusiva quale posto di impiego individuato, considerato che per altri omologhi incarichi, se considerati sotto l’aspetto temporale e, quindi, suscettibili di avvicendamento, altrettante iniziative analoghe non sembrerebbero essere state prese.

A tal riguardo il Sindacato dice di essere perplesso per le modalità con le quali siano stati «affidati celermente incarichi provvisori a personale che non risulterebbe aver pregresse esperienze a supporto della scelta di sostituzione piuttosto che provvedere ad indire regolare interpello, derogando semmai alla immediata rimozione del personale presente, in attesa di definizione del procedimento richiamato e che avrebbe consentito una selezione di certo più trasparente delle unità da interessare».

Insomma, questa è versione di parte, squisitamente sindacale, contenuta in vari scritti e venuta fuori da assemblee, su cui il provveditore regionale dell’Amministrazione penitenziaria, Liberato Guerriero, evita di prendere posizione.

Per quanto sopra detto, diverse unità di personale (amministrativo), nell’ultimo anno sarebbero andate via da Paola, nonostante siano nati e residenti in questo territorio.

«Perché andare via da Paola se vivono e lavorano in questa terra», si chiedono i colleghi. «Forse perchè vivono una situazione di profondo disagio lavorativo?»

Trattasi di un presunto andazzo che si protrarrebbe da diversi mesi.

Sarebbe auspicabile, pertanto, una presa di posizione pubblica in contraddittorio al fine di fare chiarezza su una situazione di rilevante interesse pubblico che riguarda un Istituto di Pena che da qualche tempo si distingue per interessanti e apprezzati progetti di rieducazione che tendono a valorizzare le abilità e la capacità dei detenuti.