Uno studio di guardia medica

AMANTEA – Sul caso delle presunte molestie ad opera di un medico di Guardia medica, si è svolto ieri presso l’Azienda sanitaria di Amantea, un incontro al quale hanno preso parte l’associazione Gynestra, che opera sul territorio di Longobardi abbracciando principi femministi e inclusivi, la dirigente dell’Asl Franca Santelli, la dirigente medico Silvana Guido e il sindaco di Longobardi Giacinto Mannarino.

Un vertice organizzato in seguito alle numerose testimonianze ricevute dall’associazione, sia tramite messaggi privati che tramite un box messo a disposizione sui canali social attraverso cui poter raccontare la propria esperienza in forma anonima.

Messaggi che, seppur provenienti da donne diverse, raccontano la stessa modalità ripetuta nel tempo. Da quello che si evince dalle testimonianze raccolte, infatti, il medico in questione pare si approcci in maniera inopportuna ed invadente nei confronti delle pazienti e – indipendentemente dal problema di salute esposto – “consigli” a molte di loro di sottoporsi ad un test di gravidanza, anche a quelle in età ormai avanzata, talvolta al fine di “controllarne” le parti intime. In seguito a questi comportamenti, che pare si ripetano da molto tempo, diverse donne evitano di rivolgersi al medico locale, preferendo recarsi presso le strutture dei paesi limitrofi per evitare situazioni spiacevoli e pericolose.

Ed è per questo che Gynestra ha contattato venerdì 24 febbraio il sindaco Giacinto Mannarino per notiziarlo delle testimonianze raccolte e concordare una linea comune in grado di fare luce sulla vicenda.

Mannarino, mostratosi subito disponibile, ha poi preso contatti con la dirigente Asl, programmando l’incontro di lunedì durante il quale la dirigente Santelli ha accolto le istanze dell’associazione, promettendo: «Nei prossimi giorni manderemo una convocazione alle due guardie mediche che operano sul territorio.

Il passo seguente, sarà sentire l’ufficio legale che ci dirà quali passaggi dovranno essere intrapresi» ha concluso la dirigente dell’ASL.

«Come associazione presente sul territorio, vicina a tematiche di inclusione e femministe, ci è sembrato doveroso, viste le numerose segnalazioni ricevute, attivarci per capire a quante donne siano capitate tali vicende ed in quale modalità.

Con un semplice canale protetto sui social abbiamo ottenuto molte più testimonianze di quante ne immaginavamo – dicono le fondatrici di Gynestra – e le abbiamo segnalate tempestivamente anche al Comune. Qualora tali comportamenti dovessero essere confermati, ci auguriamo che siano adottate tutte le strategie e le misure idonee a ristabilire l’integrità e sicurezza di un presidio – quello della guardia medica – fondamentale per la tutela del diritto alla salute dell’intera comunità, un luogo in cui nessuno dovrebbe subire atteggiamenti poco professionali e soprattutto molesti.»

Infatti, l’intento dell’associazione, come ribadito anche durante l’incontro di lunedì mattina, è quello di tutelare l’integrità fisica e mentale delle donne del territorio, adottando i giusti provvedimenti affinché questi episodi non si ripetano.

La dirigente ASL è già in ogni caso in possesso delle testimonianze ricevute da Gynestra, che verranno sottoposte all’attenzione dell’ufficio legale.