I resti della barca su cui viaggiavano i migranti

CROTONE, 28 FEB – “Mio zio che era sulla barca mi ha mandato un messaggio alle 3.50 dicendomi ‘stiamo tutti bene tra un’ora arriviamo. Il peggio è passato. Ora aspettiamo la polizia”. Il capitano gli ha detto ‘vi porto in sicurezza’ ma poi hanno trovato la secca e la barca ai è distrutta. E’ dopo non l’ho più sentito”.

E’ il racconto di Alladin Mohibzada, di 25 anni, afgano, arrivato davanti ai cancelli del Palamilone dalla Germania, dopo un viaggio di 25 ore, per riconoscere i parenti deceduti nel naufragio di domenica. Nel disastro ha perso la zia e tre cugini di 12, 8 e 5 anni. Lo zio invece, con un altro figlio di 14 anni è tra i superstiti. (ANSA).