Il consiglio comunale di Cosenza

COSENZA – Gli iscritti del Pd, Giacomo Mancini, Giulio Palma, Sergio De Simone, Saverio Carlo Greco intervengono sulla crisi Amaco bacchettando i vertici del Partito.

«Non si danno per vinti gli iscritti del Pd che da mesi ingaggiano il diviso e rissoso gruppo dirigente locale per aprire la discussione interna al circolo sulla crisi amministrativa strisciante del comune di Cosenza. Incuranti dell’inerzia dell’immobile segretaria cittadina, questa volta denunciano il silenzio del PD sulla crisi dell’Amaco, giunta ad uno snodo fondamentale con l’approssimarsi della scadenza dell’autorizzazione all’esercizio provvisorio d’impresa della municipalizzata, fissata al 31.01.2014, a meno di proroghe».

I quattro tesserati cosentini si dichiarano «esterrefatti e indignati dalle irresponsabili parole del sen. Occhiuto, che trova purtroppo gioco facile nel tentativo di scaricare ogni responsabilità sulla nuova amministrazione, troppo timida, se non reticente, a denunciare pubblicamente i misfatti contabili delle amministrazioni Occhiuto».

I quattro manifestano la propria solidarietà «ai dipendenti dell’Amaco, finiti nel teatrino di irresponsabili di una polemica che guarda alle presunte responsabilità altrui, ma che non si preoccupa minimamente delle misure necessarie per tutelare il futuro occupazionale dei dipendenti dell’Amaco».

Netto il giudizio sul sen. Occhiuto che, secondo gli iscritti PD, «contesta alla nuova amministrazione di non avere provveduto alla ricapitalizzazione della municipalizzata: lui, che ha lasciato le casse del comune senza il becco di un quattrino dopo averlo portato al riconoscimento coatto del dissesto, deliberato dal consiglio comunale dopo la diffida della Corte dei Conti».

Ma gli iscritti PD non sono teneri neanche con l’amministrazione Caruso-De Cicco, che «avrebbe deciso di sostituire l’amministratore della società ereditato dalle gestioni Occhiuto con 383 giorni di ritardo, solo dopo l’iniziativa del Pubblico Ministero della procura della repubblica di Cosenza. E sembra pure poco autorevole, secondo gli iscritti PD, la polemica intentata da un sindaco che ha impiegato 771 giorni a realizzare che la società municipalizzata dei trasporti pubblici era già decotta quando lui, in campagna elettorale, ne prometteva il rilancio, risultando in tal modo quanto meno impreparato alla gestione dell’Ente. Ricordano infatti gli iscritti PD, che già con l’approvazione del bilancio 2018 era stata conclamata la crisi della società municipalizzata».

Al di là della polemica tra Occhiuto e Caruso, ritenuta «un teatrino di irresponsabili», Mancini, Palma, De Simone e Greco riportano il focus del loro intervento sul vero problema di cui occorre occuparsi, cioè «il destino dei dipendenti dell’Amaco».

I quattro ricordano che «è quasi giunta a scadenza l’autorizzazione all’esercizio provvisorio concessa dal tribunale di Cosenza fino al 31.01.2024, con l’effetto che, a meno che non intervenga una proroga, il liquidatore giudiziale dovrà licenziare i dipendenti e dismettere la concessione, con ciò compromettendosi irrimediabilmente la tutela legale della conservazione del posto di lavoro dei dipendenti Amaco».

Tornano quindi a sollecitare il PD a «convocare l’Assemblea del circolo cosentino, tentando di destare dal loro letargico sonno la segretaria cittadina e gli altri dirigenti responsabili, da cui si pretenderebbe un maggior rispetto non tanto dei propri iscritti, ma semmai dei lavoratori e cittadini interessati delle questioni di cui si chiede di discutere».

Gli iscritti cosentini concludono poi il loro intervento sollecitando «la soluzione del problema della rappresentanza in giunta del PD e del suo riferimento amministrativo, che non può che essere rappresentato dalla nomina del nuovo Vice Sindaco».

Ogni ulteriore ritardo in questa direzione significherebbe «assumersi responsabilità pesanti e dirette come PD nell’affrontare e risolvere la crisi strisciante che da più tempo attanaglia l’attuale esecutivo. Tutto ciò è indispensabile se si vuole evitare che ancora una volta i problemi politici ed amministrativi della città vengano affrontati e decisi fra pochissimo intimi e per posizionamenti personali».

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