L'ospedale Ciaccio - Pugliese

CATANZARO – La Procura di Catanzaro ha chiuso le indagini nei confronti di cinque persone accusate, a vario titolo, di peculato, falso, falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità.

Si tratta di: Luigi Longo, 61 anni, infermiere dell’ospedale Pugliese-Ciaccio di Catanzaro, assegnato al reparto di Malattie infettive, Francesco Cropanese, ausiliario specializzato, 60 anni, assegnato al laboratorio analisi della struttura sanitaria, i destinatari delle prestazioni sanitarie Cesare Curcio, 58 anni, di Catanzaro, Domenico Rubino 49 anni, di Catanzaro, Rosalba Dara 52 anni, di Catanzaro, Andrea Francesco Masi, 56 anni di Catanzaro.

Secondo le ipotesi di accusa Longo, oltre all’infermiere in ospedale, avrebbe avuto un secondo lavoro: quello di effettuare prestazioni a domicilio in nero, utilizzando materiale e apparecchiature del nosocomio, agendo con la complicità di Cropanese e consentendo ai pazienti di accedere alle prestazioni incluse nei livelli di assistenza, nella stragrande maggioranza dei casi, senza registrazione e senza pagare il ticket.

Una storia andata avanti da novembre 2022 a gennaio 2023, e che è costata ai due dipendenti dell’ospedale a giugno scorso l’interdizione dal servizio per la durata di 12 mesi.

Per la Procura, gli esami inerenti i prelievi ematici e le urine che l’infermiere effettuava a domicilio, in violazione del regolamento interno ospedaliero (perché eseguiti in casi non consentiti per legge), venivano poi processati dal laboratorio analisi del Pugliese-Ciaccio e nella maggior parte dei casi non venivano registrati nell’azienda ospedaliera con conseguente danno economico per lo stesso ente. O la registrazione, seppure effettuata, era falsa: i prelievi di sangue e urine non erano stati praticati all’interno del laboratorio analisi, ma al domicilio del paziente, senza prenotazione alcuna.