PAOLA (Cs) – Il gruppo consiliare di minoranza “Rete dei Beni Comuni”, rappresentato in consiglio comunale da Andrea Signorelli, stigmatizza duramente l’adozione di una determina settoriale del Comune di Paola di “finanza creativa” con cui viene ripristinata la «medievale pratica del baratto, ovvero lo scambio di carburante in cambio del noleggio di mezzi “a caldo”».
E’ questa, in sintesi, la denuncia del gruppo consiliare di opposizione.
«È di questi giorni la pubblicazione della determina n. 211 del 29/06/2023 (evidentemente l’amministrazione, che si definisce come nuova, è ancora indietro nella regolarizzazione della tempistica delle pubblicazioni) con la quale l’Ufficio Tecnico Comunale ha approvato una astrusa (non riusciamo a definirla diversamente) procedura che prevede il ripristino della medievale pratica del baratto, ovvero lo scambio di carburante in cambio del noleggio di mezzi “a caldo”.
Tutto ciò, ovviamente, attraverso apposite convenzioni dall’indefinito valore di “scambio”, le quali non superano neanche la contraddizione di fondo tra il nolo a “freddo” (mero noleggio dei mezzi) e il nolo a “caldo” (ovvero un vero e proprio appalto/servizi)».
«Una differenza non di poco conto – denuncia Rete di Beni Comuni – in attesa pure di capire cosa verrà corrisposto come paga per gli operai. In passato, ad esempio, qualcuno si inventò artisticamente la formula dello straordinario pagato con buoni pasto.
Anche in termini di riscossione le sorprese non mancano da parte della “Nuova Era”. Per il nuovo anno sul sito del Comune è stato pubblicato un avviso rivolto ai contribuenti il quale prevede – per gentile concessione – che una società esterna (non si capisce bene a che titolo atteso che nulla a riguardo risulta approvato dal Consiglio Comunale) riceverà, nei locali del Comune, a giorni e orari stabiliti, i cittadini paolani che vorranno segnalare reclami o ricevere informazioni sugli avvisi Imu che si sono visti recapitare in questi giorni a casa con tanto di raccomandata con ricevuta di ritorno.
Ci perdonerà la “Nuova Era” – conclude la Rete – ma abbiamo finito le parole per commentare».