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Corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, calabresi sotto processo a Napoli

Secondo i Pm il sindacalista calabrese Francesco Cavallaro avrebbe chiesto e ottenuto l'assunzione alla Pegaso del figlio dell'ex direttore generale del Ministero del Lavoro

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Un processo

NAPOLI – Si è svolta nei giorni scorsi a Napoli l’udienza preliminare fissata per la prosecuzione del processo penale a carico di Francesco Cavallaro, Concetta Ferrari e altri soggetti accusati a vario titolo di corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio: il giudice ha rigettato tutte le questioni proposte dalle difese degli imputati e ammesso tutte le parti civili.

Henry John Woodcock, che sostiene l’accusa per conto della Procura della Repubblica di Napoli, contesta a Concetta Ferrari, all’epoca Direttore Generale del Ministero del Lavoro, di avere ricevuto tra il 2019 e il 2022 utilità non dovute, tra cui l’assunzione del figlio presso Unipegaso, da Francesco Cavallaro, Segretario Generale della CISAL.

La corruzione sarebbe stata finalizzata ad ottenere il nulla osta del predetto Ministero alla scissione asimmetrica parziale del patronato ENCAL-INPAL e un trattamento assolutamente privilegiato e di favore rispetto al patronato INPAL.

Il patronato INPAL e il sindacato AIC, rispettivamente difesi dall’Avv. Giuseppe Murone e dal Prof. Avv. Pierpaolo Dell’Anno, sono stati riconosciuti e ammessi come parti civili e danneggiate dall’episodio corruttivo.

In precedenza, diverse sentenze amministrative del TAR Lazio avevano già riconosciuto come le somme pubbliche del Fondo Patronati ai sensi della l. n. 152 del 2001, gestite con provvedimenti a firma di Concetta Ferrari, fossero state spartite in maniera non conforme a legge.

La prossima udienza è fissata a fine aprile del 2024.

Entrando più nei particolari, tutto nasce dall’inchiesta “Maestrale-Carthago”, coordinata dal procuratore Nicola Gratteri.

Una serie di intercettazioni vedono protagonisti, in particolare, il segretario generale del sindacato Cisal Francesco Cavallaro, ulteriormente sviluppate e riscontrate dalla Procura di Napoli, sulla base degli elementi raccolti dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della Gdf partenopea.

Secondo l’ipotesi accusatoria formulata dagli inquirenti napoletani (il sostituto procuratore Henry John Woodcock e il procuratore aggiunto Sergio Ferrigno) il sindacalista calabrese avrebbe chiesto e ottenuto tramite Iervolino l’assunzione alla Pegaso del figlio della Ferrari (che però non avrebbe mai lavorato all’Università) in cambio del parere favorevole del ministero del Lavoro sulla scissione del patronato Encal-Inpal in Encal-Cisal e Inpal, conservando però vantaggi economici e patrimoniali.

Per questo via libera del ministero, in precedenza negato, Cavallaro avrebbe, sempre secondo la Procura di Napoli, concesso alla funzionaria e al marito una vacanza in un resort di Tropea, in Calabria, il noleggio di una barca e di un’auto, una borsa Luis Vitton del valore di 780 euro, cravatte griffate, e anche la vendita di un’Audi Q3 a prezzo fortemente ridotto a un altro figlio della funzionaria.

Vedremo quali saranno gli sviluppi dibattimentali, ossia se la tesi accusatoria di parte reggerà al contraddittorio tra le parti e se vi sarà una concreta formazione della prova.