AMANTEA (Cs) – La nuova edizione del Carnevale amanteano inizia con il piede sbagliato: il gruppo di carristi “I senza na liras” e il Comitato Brusco non saranno presenti. A quanto pare a creare la frammentazione le scelte “discutibili” dell’amministrazione Pellegrino. Ma, ecco le ragioni del Comitato “Carnevale G. Brusco” riportate in una lettera aperta indirizzata ai consiglieri comunali di maggioranza.
«È il secondo anno consecutivo, cioè dall’insediamento della nuova amministrazione comunale, che il “Comitato Carnevale G. Brusco” viene escluso dall’organizzazione del Carnevale di Amantea».
Il Comitato G. Brusco, come tutti sanno, «nasce dal successo ottenuto alle sfilate dei grandi carri e per volontà dei partecipanti (carristi e organizzatori) per dare stabilità e struttura organizzativa ad una manifestazione conosciuta oltre i confini regionali».
L’anno scorso, «dopo alcuni incontri dei rappresentanti del Comitato e dei carristi con i nuovi amministratori comunali, si era giunti, visti i tempi ristretti e le scarse risorse finanziarie a disposizione (nonostante la nostra contrarietà ma, comunque, con la nostra piena disponibilità a partecipare all’organizzazione) a stabilire la realizzazione di una manifestazione del carnevale senza carri».
Successivamente «a questa decisione il sindaco e il consigliere delegato hanno ritenuto di convocare altre riunioni escludendoci dalla partecipazione. La manifestazione del Carnevale ad Amantea, che ha cambiato nome in “Carnevale del Tirreno” si è svolta senza i carri realizzati dai ragazzi di Amantea e con alcuni piccoli carri realizzati, invece, in qualche comune limitrofo. E, con una spesa, comunque, consistente per le disastrate casse del Comune».
Per l’edizione 2024, «stavamo per inviare all’amministrazione comunale, i primi di novembre, una proposta per il “Carnevale di Amantea – Allegria di Calabria”, quando abbiamo ricevuto una convocazione urgente dal sindaco che doveva parlare con noi. Nell’incontro, il sindaco ci ha chiesto di voler prendere dal capannone un paio di carrelli utilizzati in precedenza per l’allocazione delle strutture in cartapesta. A questa richiesta abbiamo manifestato la nostra piena disponibilità a fare utilizzare il capannone, dove avrebbero potuto lavorare i diversi gruppi di carristi e, fra questi, almeno tre gruppi di ragazzi che avevano manifestato tale intenzione al presidente del Comitato Brusco. In tal modo, era da intendersi che il nostro Comitato avrebbe partecipato alla realizzazione del Carnevale, gestito dall’Amministrazione Comunale».
In questa conversazione con il Sindaco, «abbiamo dichiarato tutto il nostro disappunto per avere l’Amministrazione Comunale operato un vero e proprio “scippo” della manifestazione nata, cresciuta e organizzata da coloro che si sono ritrovati a far parte del Comitato G. Brusco. La giustificazione del sindaco è stata più o meno di questo tenore: “Il Comune caccia i soldi e quindi è il Comune che gestisce la manifestazione come meglio crede” aggiungendo “se voi, come associazione privata, volete organizzare il Carnevale potete farlo pagando al Comune i diritti per l’occupazione del suolo pubblico”».
E, ancora: «Non avendo ricevuto alcun riscontro circa la nostra proposta di utilizzare il capannone, in data 18.12.23 abbiamo inviato un sollecito, in considerazione dell’approssimarsi della data del Carnevale. Anche questo sollecito, purtroppo, non ha ottenuto alcun riscontro da parte del Comune».
Qualche giorno fa, «abbiamo appreso attraverso Facebook che il Carnevale di Amantea sarà organizzato dal Comitato “Acca” e dall’Amministrazione Comunale. Dopo aver subito lo “scippo”, il “Comitato G. Brusco” è stato escluso dalla partecipazione al nuovo Carnevale, nonostante la nostra dichiarazione di voler comunque collaborare, accolta favorevolmente dal Sindaco. Quali titoli può vantare il Comitato Acca per avere la fiducia esclusiva degli amministratori comunali? Il Comitato Acca, come si sono dichiarati, nasce nel 2003. Risulta a qualcuno che tale associazione abbia svolto una pur minima attività, relativa al Carnevale e/o altro, in 20 anni dalla sua costituzione?»
E, poi: «Se ci siamo permessi di rappresentare questo travagliato rapporto con l’Amministrazione Comunale è perché il caso della nostra Associazione non è isolato. Alcune delle più importanti realtà associative del nostro Comune – quelle che, per intenderci, portano in alto il nome di Amantea (e non è cosa irrilevante per una città che dal turismo dovrebbe ricavare enormi benefici) – sono state oggetto di violenti attacchi e mortificazioni da parte degli Amministratori Comunali».
Nella passata stagione estiva, ad esempio, «non hanno avuto luogo consolidate manifestazioni quali “U Juornu di Ciuoti”, quelle organizzate dall’Associazione “Amanteani nel Mondo” e dalla “Pro-Loco”, il Premio di poesia “M. Pasquino”, “La Grotta dei Desideri”, “La Mantia”, mentre altre manifestazioni, di livello internazionale, si sono svolte quasi in privato, “osteggiate” dal Comune e, infine, altre manifestazioni, come il “Carnevale di Amantea – Allegria di Calabria” e la “Notte Bianca” sono state “scippate” ai legittimi ideatori e organizzatori. A quest’elenco che, probabilmente non è esaustivo, bisogna aggiungere la mortificazione subita dalle squadre di calcio nella vicenda dell’utilizzo degli stadi».
Questo è, quindi, «il motivo per cui ci permettiamo di indirizzare questa lettera aperta ai rappresentanti dei cittadini eletti in consiglio, i quali, nell’esercizio del loro mandato, dovrebbero interrogarsi e cercare di porre rimedio – dall’autorità proveniente dalla carica ricoperta e legittimata dal voto dei cittadini – ad una situazione paradossale che vede contrapposti amministratori e consistenti gruppi di cittadini che da tempo hanno operato, con impegno volontaristico e senza secondi fini, a migliorare le condizioni della nostra Città».
Per il “Comitato Brusco” «la situazione normale – quella presente in ogni comune, dal più piccolo al più grande – dovrebbe essere, infatti, che l’Amministrazione Comunale promuova e coadiuva le attività delle associazioni di cittadini al fine di beneficiare, per il Comune, dei risultati di tali attività».
Infine: «Auspichiamo, quindi, che nelle sedi opportune, si apra un dibattito e un confronto, pacato e oggettivo, su quello che riteniamo rappresenti un grosso problema della nostra Comunità fino a raggiungere quella “normale” convivenza che possa portare reali benefici alla nostra Città e ai suoi cittadini».
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