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Cosche vibonesi e l’affare idrocarburi, chiesta la condanna per i 19 indagati

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CATANZARO La Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro ha chiesto ai giudici della Corte d’Appello, la conferma delle condanne già emesse al termine del processo abbreviato di primo grado “Petrolmafie”, nei confronti di 17 indagati e la riforma della sentenza per i due assolti, ossia Filippo Fiarè e Gregorio Giofrè per i quali l’accusa ha chiesto 8 anni di reclusione ciascuno.

Al centro dell’inchiesta, i presunti illeciti perpetrati dalle cosche del vibonese nell’affare degli idrocarburi.

Gli imputati sono accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsione, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro di provenienza illecita, corruzione, evasione delle imposte e delle accise anche mediante emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, scambio elettorale politico-mafioso e turbata libertà degli incanti.

Le richieste di condanna

  1. Pasquale Gallone, 6 anni;
  2. Giuseppe Barbieri, 6 anni;
  3. Gerardo Caparrotta, 4 anni;
  4. Francescantonio Anello, 7 anni;
  5. Daniele Prestanicola, 7 anni;
  6. Salvatore Giorgio, 7 anni e 10 mesi;
  7. Orazio Romeo, 5 anni;
  8. Vincenzo Zera Falduto, 2 anni e 10 mesi;
  9. Gioacchino Falsaperla, 3 anni e 8 mesi;
  10. Giuseppe Mercadante, 4 anni e 2 mesi;
  11. Antonio Ricci, 2 anni e 6 mesi;
  12. Alessandro Primo Tirendi, 6 anni e 8 mesi;
  13. Armando Carvelli, 3 anni e 2 mesi;
  14. Giovanni Carvelli, 3 anni e 4 mesi;
  15. Domenico Rigillo, 7 anni e 10 mesi;
  16. Salvatore Ucchino, 3 anni e 2 mesi;
  17. Angelo Ucchino, 3 anni e 8 mesi.
  18. Filippo Fiarè, 8 anni
  19. Gregorio Giofrè, 8 anni