Corte d'Appello di Roma

ROMA – La Corte di Appello di Roma ha confermato la condanna a quattordici anni di carcere nei confronti dello zio orco a processo per pedofilia nei confronti delle sue due nipotine.

Giovedì 18 gennaio è stata celebrata l’udienza, che ha confermato quanto già stabilito in sede di abbreviato a maggio 2023, ossia una condanna a quattordici anni di reclusione. Oltre alla condanna l’uomo ha ricevuto l’interdizione dai pubblici uffici e non potrà più svolgere ruoli di educatore né stare a contatto con i minori.

Soddisfatta Vittoria Santoro, l’avvocata dei genitori delle bambine, che si è costituita parte civile nel processo: “Si tratta di una sentenza importante in quanto è una delle poche in Italia ad aver raggiunto una condanna così elevata – ha commentato a Fanpage.itPer la Cassazione ci attendiamo un’ulteriore conferma della condanna, perché siamo sicuri che ci siano tutti gli elementi necessari affinché venga riconosciuta la colpevolezza dell’imputato, ossia l’autoconfessione e l’incidente probatorio sulle bambine e il fatto che oltre alle nipotine abbia cercato di molestare anche una loro amichetta”. Il cinquantaduenne romano attualmente è ancora nel carcere di Cassino, dopo l’arresto destinatario di una misura di custodia cautelare.

Palpeggiamenti nelle parti intime

Come ricostruito in sede d’indagine e riportato in aula, l’uomo è accusato di aver abusato sessualmente delle nipotine quando sua sorella gliele lasciava. Abusi che sono andati avanti per otto anni, dal 2014 al 2022, fino a quando la mamma delle piccole non lo ha scoperto e lo ha denunciato. Dopo il racconto della nipote più piccola, sono partite le indagini che hanno portato lo zio in tribunale.

Secondo quanto ricostruito l’uomo, quando le nipotine sbagliavano le tabelline, per punizione le costringeva a mettergli le mani nelle mutande e a toccargli le parti intime, alla bambina più grande la palpeggiava anche sul seno dicendole “ti voglio sposare, facciamo un figlio”. Tutti comportamenti che le bambine hanno descritto durante l’incidente probatorio alla presenza dello psicologo.

L’uomo ha confessato gli abusi dicendo di essere posseduto

L’uomo, arrestato, ha confessato le accuse a proprio carico, confermando di aver compiuto gli abusi, ma assistito dal suo avvocato difensore, ha provato a discolparsi durante un interrogatorio dicendo: “Eero posseduto da Satana. Era come se fossi un’altra persona, avrei dovuto ammettere la mia pazzia anni fa”. Ora si attende la conclusione del processo.