La Casa circondariale di Paola

PAOLA (Cs) – Ancora sangue e violenza in un carcere della Calabria. È nella giornata di ieri che, nella Casa Circondariale di Paola, si è consumata un’altra aggressioni ai danni della Polizia Penitenziaria da parte di un detenuto.

Su quanto è avvenuto riferisce Salvatore Panaro, vicesegretario regionale per la Calabria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: «Ancora un’altra aggressione nelle mura del carcere di Paola. Un detenuto di origine rumena, andato in escandescenza, ha iniziato a devastare l’intera cella, rompendo tutti i suppellettili e buttando nel corridoio i detriti. Dopo essersi procurato tagli sul corpo, ha anche incendiato alcuni dei suoi effetti personali minacciando di darsi fuoco».

Grazie all’immediato intervento del personale di Polizia Penitenziaria, «che ha spento il principio di incendio e disperso quanto depauperato, si è evitato il peggio. Vista la situazione – prosegue il sindacalista, – si è reso necessario lo spostamento del detenuto in un altro Reparto. Il detenuto, però, con in mano una lametta, ha iniziato nuovamente ad inveire contro il personale di Polizia ed a minacciarlo. Una volta contenuto, l’uomo è stato accompagnato nel Reparto di assegnazione. Ma appena entrato in cella, ha iniziato a dimenare la testa contro il muro».

Visto lo scenario, i poliziotti penitenziari intervenivano «per contenere la violenza ma l’uomo vi si scagliava nuovamente contro, aggredendoli con ferocia. Durante la concitata fase un Agente è caduto sbattendo la testa per terra e procurandosi delle ferite».

Francesco Ciccone, “fresco” segretario regionale Sappe per la Calabria, denuncia come «non si possa non evidenziare che in Calabria questa è stata l’ennesima aggressione ai danni del personale di Polizia Penitenziaria in servizio. E’ grave ed inaccettabile: per quanto si potrà ancora andare avanti così?».

Il Segretario Generale del Sappe, Donato Capece stigmatizza il grave episodio avvenuto nel carcere di Paola ed esprime solidarietà alle unità del Corpo coinvolte: «Con questi ulteriori gravi eventi critici, sale vertiginosamente il numero dei poliziotti coinvolti da detenuti senza remore in fatti gravi. Esprimiamo la massima solidarietà e vicinanza a tutte le colleghe ed i colleghi della Casa circondariale di Paola: e questi ultimi episodi devono far riflettere i vertici dell’Istituto e della Regione».

Il leader del Sappe definisce «semplicemente allarmanti ed inquietanti alcuni degli eventi critici accaduti nelle carceri del distretto calabrese dal 1° settembre al 31 dicembre 2023. Pensate, ci sono state 172 denunce per resistenza ed ingiuria a pubblico ufficiale, 1 caso di atto intimidatorio contro nostri Agenti ed 1 di intimidazione, 8 proteste collettive con rifiuto di entrare in cella».

Ma ancora più gravi «le aggressioni a poliziotti: 34 quelle che hanno visto assegnare ai malcapitati fino a sette giorni di prognosi, 1 quelle con prognosi da 8 a 20 giorni ed 1 aggressione con prognosi maggiori di 20 giorni».

Numeri da brividi. «Ci vuole una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri regionali, siamo in balia di questi facinorosi. Facciamo appello anche alle autorità politiche regionali e locali: in carcere non ci sono solo detenuti, ma ci operano umili servitori dello Stato che attualmente si sentono abbandonati dalle Istituzioni, ricordando che il Sappe da decenni chiede riforme concrete come l’espulsione dei detenuti stranieri, un terzo degli attuali presenti in Italia, per fare scontare loro, nelle loro carceri, le pene come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. Ma servono anche più tecnologia e più investimenti: la situazione resta allarmante, anche se gli uomini e le donne della Polizia Penitenziaria garantiscono ordine e sicurezza pur a fronte di condizioni di lavoro particolarmente stressanti e gravose».

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