Una scena di violenza con vittima il marito

TIVOLI – «Una violenza cieca e incontrollabile» contro il marito finito più volte in ospedale e contro i figli di 12, 11 e appena due anni, non solo picchiati ma anche umiliati, abbandonati a se stessi in un’abitazione degradata, maltrattati ed esposti a pericoli di ogni tipo.

Per questo per una mamma di 32 anni, diventata il terrore di casa, spesso sotto l’effetto di alcol e sostanze stupefacenti, il gip del tribunale di Tivoli ha fatto scattare il divieto di avvicinamento alla famiglia con l’applicazione del braccialetto elettronico, su richiesta della procura. Alla donna è stata anche sospesa la potestà genitoriale.

Le indagini, condotte dagli investigatori del commissariato di Tivoli, diretto da Paola Pentassuglia, hanno ricostruito un menage familiare da brivido: la violenza poteva esplodere con schiaffi, calci, persino con mosse di karate, coltelli puntati e bottiglie contro il convivente, mentre i figli la imploravano di smetterla. Stesso trattamento, spesso, era riservato anche ai piccoli: la bimba in un’occasione sarebbe stata presa per il collo e sbattuta contro il muro. Continue le vessazioni psicologiche: «Dovete morire».

Spesso, poi, anche di notte, portava con sé i figli quando lei aveva bisogno di procurarsi la droga. Oppure, all’occorrenza, li mandava a comprare alcolici. Capitava che si dovessero cucinare da soli pur di mangiare qualcosa, magari prodotti già pronti. E’ stata un’indagine complessa per i poliziotti del pool anti-violenza, coordinati dal sostituto commissario Davide Sinibaldi, che per ricostruire il quadro choc hanno ascoltato i bambini con un’audizione protetta dalla quale è emerso il baratro piscologico in cui stavano sprofondando.

Contemporaneamente hanno raccolto decine di testimonianze, tutte concordanti verso lo stato di degrado assoluto in cui erano costretti a vivere. Mentre sono emersi comportamenti della donna spesso ad alto rischio: come quello di spingere il passeggino in strada, con la bottiglia in mano e probabilmente fuori di sé, andando a sbattere contro le auto in sosta. Ma ci sono anche i referti del pronto soccorso, di quando papà e figli hanno avuto necessità di ricorrere alle cure mediche: frattura delle ossa nasali al papà guaribile in venti giorni per una mossa di karate, ecchimosi alle gambe e stato di ansia per la bimba con 10 giorni di prognosi e altrettanti per il fratellino al quale sarebbero stati pestati i piedi per farlo stare zitto mentre si trovavano per strada e voleva punirlo senza ricorrere a botte plateali sotto gli occhi dei passanti. E’ stata la denuncia dell’uomo, alla fine, a far partire le indagini che hanno portato al provvedimento cautelare. Era praticamente scappato di casa con i due più grandi di fronte ad una situazione non più sostenibile e carica di pericoli, ma il più piccolo di appena due anni era rimasto con lei. Le evidenze investigative raccolte dagli inquirenti durante le indagini hanno permesso di riscontrare i gravi fatti contestati e consentito al giudice per le indagini preliminari, su richiesta della procura di Tivoli, di emettere nei confronti dell’indagata l’ordinanza di applicazione della misura cautelare del divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dai figli e dal loro papà. Il gip, sulla base delle prove raccolte, ha valutato infatti che “sussistesse un pressante pericolo di recidiva e reiterazione dei fatti contestati” di fronte “alla preoccupante escalation” delle azioni poste in essere dalla donna “che, a causa del costante abuso di sostanze di varia natura, si è resa protagonista di una serie di gravissime condotte ai danni del convivente e dei tre figli minori”. E proprio per il costante abuso di alcol e droga “a tutela delle persone offese” è stata stabilita anche la necessità di un monitoraggio costante per impedire l’avvicinamento con l’applicazione del braccialetto elettronico.