Emilia Di Tanna, capogruppo di “Per Amantea”

AMANTEA (Cs) – La consigliera comunale di minoranza e capogruppo di “Per Amantea”, Emilia Di Tanna, è intervenuta in merito all’attacco subito sui social, e sul posto di lavoro di un libero cittadino, da parte di un consigliere di maggioranza.

Il cittadino in questione, infatti, avrebbe manifestato sui social il proprio dissenso in relazione al modo di gestire la cosa pubblica da parte della maggioranza in carica e, per tutta risposta, è stato attaccato sui social da un consigliere di maggioranza, il quale, tra l’altro, pare abbia anche inviato una missiva al datore di lavoro del soggetto in questione affinché prendesse provvedimenti. https://www.facebook.com/share/p/5GywcPJ7kbPNjDNs/.

Un modus operandi ritenuto, per la Di Tanna, assolutamente inaccettabile per chi riveste un ruolo pubblico. 

«Se è  vero, è davvero grave quanto accaduto ad Amantea nei giorni scorsi dove un libero cittadino, professionista stimato nel proprio ambito lavorativo privato, è stato fatto oggetto di un vero e proprio tentativo intimidatorio da parte di chi, per il ruolo che ricopre in città a livello politico, non avrebbe mai dovuto usare tali metodi».

E, ancora: «Tentare di mettere in cattiva luce agli occhi dei propri datori di lavoro e, quindi di conseguenza, in pericolo il posto di lavoro di una persona onesta, solo perché “colpevole” di aver espresso la propria posizione critica in maniera chiara e netta, rende evidente il modus operandi di chi gestisce il potere in modo assoluto ed antidemocratico».

Per la consigliera Di Tanna: «E’ un affronto bieco, sinistro e sintomatico di un bruttissimo clima che attanaglia la nostra cittadina. Il dissenso non è accettato così come qualsiasi tipo di critica nei confronti di chi gestisce il potere e amministra questa città».

E lo sfogo del capogruppo di “Per Amantea” prosegue: «Assistiamo continuamente a vuoti richiami alla cultura, alla legalità, ad un presenzialismo diversificato tra social e dirette online dove vengono vomitate parole, parole, parole che cercano di coprire i continui errori, i controsensi, le ipocrisie e le incapacità gestionali di questa amministrazione».

Non è più accettabile «rimanere impassibili ed assistere inermi allo scempio della democrazia che sin da subito il sindaco e la sua maggioranza hanno messo in atto. Questo è un paese dove non c’è un vero confronto attraverso le strutture democratiche inesistenti in questo Comune».

Il tentativo di «mettere a tacere chiunque dissenta, chiunque esprima il proprio libero pensiero, chiunque critichi legittimamente hanno ormai alzato il livello di scontro sociale a tal punto che i processi e le condanne, sempre di più basso profilo, si fanno sui social, anche se ormai i tifosi sono a tal punto diminuiti da causare, probabilmente, un tale nervosismo in chi non ha più tutti i suoi supporter che porta ad una sempre più acida e cattiva difesa del proprio potere assoluto».

Certamente «l’intimidazione ad un libero cittadino, al quale va tutta l’umana e personale solidarietà, è l’ultimo atto di questo “disagio crescente di chi gestisce il potere nel bel mezzo della propria instabilità” che si tramuta in una chiara ed evidente sensazione di debolezza».

Solo chi è debole usa la paura come strumento per sentirsi forte. 

Ad Amantea «chi dissente è dapprima denigrato e messo alla berlina e successivamente colpito ancora più gravemente a livello personale, familiare e lavorativo. È un clima intimidatorio costruito ad arte e la cosa più grave sta (1) nel fatto che viene esercitato da chi dovrebbe garantire legalità e democrazia nella nostra comunità (2) nel fatto che non se ne veda la gravità e ci si scherzi sopra, permettendo la reiterazione gratuita di questo modello indirettamente coercitivo».

E’ quanto mai ora, «qui nel nostro paese, per noi tutti, per i nostri ragazzi, giusto e necessario  riaccendere il fuoco della dignità e l’orgoglio dell’onestà, di quella cittadinanza attiva che non si esercita solo nel “panem et circenses”, ma nella lotta per una politica che sia servizio e non esercizio privato del potere».

Per questo è importante «ricordare l’essenza della legalità e della civiltà attraverso le parole di chi, come Paolo Borsellino, ha dato la vita per la nostra libertà e di chi, come Giovanni Falcone, viene ricordato da chi oggi lotta contro qualsiasi sopruso».

E’ necessario «“insegnare a questi giovani a essere soprattutto cittadini… insegnare a questi giovani soprattutto che il consenso deve andare verso le leggi… verso lo Stato…  e non verso i soggetti che hanno bisogno di questo consenso soltanto per fare i propri e particolari interessi e non gli interessi di carattere generale (Paolo Borsellino)”».

Infine: «“Ma abbassare la testa, lasciar morire…lo straordinario lavoro del giudice Falcone, avrebbe significato farlo morire due volte. Perché è la paura il sentimento su cui si fa leva attraverso le minacce, le intimidazioni, i cosiddetti avvertimenti”… Ed è qui che dobbiamo intervenire noi, le istituzioni  e lavorare insieme alle scuole, alle parrocchie, e alle associazioni: dobbiamo essere più forti nel costruire quella rete di protezione culturale e sociale che non lascia spazio alle loro voci”(Decaro, Sindaco di Bari)».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it