Antonio Seminario

È Antonio Seminario il nuovo Gran maestro del Grande oriente d’Italia. Prevale dunque la continuità al vertice della più grande obbedienza massonica del Paese, anche se l’esito del voto ha provocato aspre polemiche. La lista che sostiene il candidato sconfitto, Leo Taroni, ha subito annunciato ricorso alla giustizia interna del Goi, ma anche alla magistratura ordinaria. E mentre sul Grande oriente tornano a soffiare i venti di scissione, va segnalata la chiusura del Cavaliere nero, il canale Telegram di controinformazione massonica che era seguito da migliaia di utenti e veicolava istanze di trasparenza all’interno del Goi.

A dare notizia dell’elezione di Seminario è un comunicato stampa del Goi. «Con grande senso di appartenenza e consci dell’importanza dell’evento per il bene supremo dell’Ordine quasi 14mila fratelli maestri si sono recati alle urne negli Orienti di tutta Italia per esprimere democraticamente la propria preferenza”, si legge nella nota, in cui si spiega che “la Commissione elettorale nazionale, riunitasi a Villa il Vascello, ha proceduto alle operazioni di controllo e verifica previste dal Regolamento dell’Ordine”. Dopo il voto nelle logge del 3 marzo scorso, infatti, spettava alla Commissione elettorale nazionale analizzare i verbali e diffondere i risultati ufficiali. La riunione fissata per il 9 marzo è andata avanti fino a notte fonda all’interno della Villa Il Vascello, la sede del Goi a Roma. Alla fine l’esito ha consegnato la vittoria a Seminario, il candidato sostenuto dall’attuale Gran maestro Stefano Bisi. Con lui risultano eletti Sandro Cosmai e Giuseppe Trumbatore come Gran maestri aggiunti, Sergio Monticone quale Primo Gran sorvegliante, Raffaele Sechi come Secondo Gran Sorvegliante, Marco Vignoni nel ruolo di Grande oratore e Andrea Mazzotta a Gran tesoriere. Secondo quello che trapela, a Seminario sono stati attribuiti 6.369 voti, pari al 46,09 per cento del totale mentre a Taroni sono stati assegnate 6.343 preferenze, cioè il 45,90 per cento. Terzo Pasquale La Pesa con 688 voti, che equivalgono al 4,98 per cento.

Chi è il nuovo Gran maestro – Dopo la verifica della Commissione elettorale sono dunque 26 i voti che hanno garantito l’elezione del nuovo Gran maestro, che ha ottenuto un terzo delle sue preferenze nelle logge della Sicilia e della Calabria, la sua regione. Nato a Crosia, in provincia di Cosenza, il 5 febbraio del 1958, Seminario è di Rossano, dove ha sede la sua loggia di appartenenza, la Francesco Galasso. Candidato sostenuto da Bisi, ha improntato la sua campagna elettorale seguendo una linea di continuità col Gran maestro uscente, in carica per due mandati consecutivi nell’ultimo decennio. A sostenere Seminario anche Ugo Bellantoni, gran maestro onorario, uno dei massoni più in vista in Calabria, che era stato indagato (e poi archiviato) per concorso esterno alla ‘ndrangheta nell’inchiesta Rinascita Scott della procura di Catanzaro.

Annullati 139 voti a Taroni – L’elezione del nuovo numero uno del Goi viene comunque contestata da Taroni, imprenditore di Ravenna che aveva posto in cima al suo programma la lotta alle infiltrazioni mafiose nelle logge. “Purtroppo, ci sono stati annullati 139 voti perfettamente validi per la legge statale (ma, incredibilmente, non per la maggioranza dei membri della Cen) ed è stata così dichiarata, per il momento, la prevalenza elettorale della Lista n. 2 capeggiata da Seminario”, si legge in un comunicato dalla lista Noi Insieme, che sostiene il candidato sconfitto. Secondo i dati diffusi dal Cavaliere nero nei giorni scorsi, infatti, Taroni sarebbe stato in vantaggio di 15 voti.   Quei numeri, però, non erano ufficiali e anzi avevano provocato la reazione di Bisi: “Le anticipazioni dei risultati di voto, oltre che contrarie al Regolamento associativo, non potrebbero che essere premature, approssimative e non verificabili”, aveva scritto il Gran maestro due giorni fa, invitando ad aspettare l’esito dei lavoro della Commissione elettorale. Che ha incoronato Seminario, dopo aver annullato diverse decine di preferenze a Taroni: le schede, infatti, presentavano ancora il tagliandino antifrode, che deve essere staccato dai presidenti di seggio. “La decisione della Cen è errata e illegittima in quanto contraria alla sua stessa giurisprudenza, visto che nel 2014 e nel 2019 è stata ritenuta valida la preferenza elettorale contenuta in schede munite del tagliando antifrode”, protestano i secondi classificati. Sottolineando che la decisione assunta dalla Commissione “è stata adottata dopo una maratona di oltre 18 ore durante la quale, ci risulta per certo, da parte della maggioranza dei suoi membri è stato opposto un costante rifiuto dogmatico e fideistico a ogni richiesta di altri membri fondata sul diritto interno, sul diritto dello Stato, sul buon senso e sullo spirito fraterno”. I massoni sconfitti contestano il fatto che le schede votate in tutta Italia siano state inviate e poi custodite nella sede del Vascello per tre giorni prima della verifica della Commissione elettorale.

Il ricorso di Taroni – “Ricorreremo immediatamente alla Corte Centrale in sezione elettorale”, fanno dunque sapere dalla lista Noi Insieme. Annunciando anche ricorso alla giustizia ordinaria: “Se obbligati, qualora la Corte Centrale in sezione elettorale denegatamente perseveri nella negazione della legalità e del rispetto della volontà del corpo elettorale e, quindi, respinga il nostro ricorso, ci rivolgeremo senza indugio e con ferrea determinazione al giudice territorialmente e funzionalmente competente, in ogni sede e per ciascun profilo giuridicamente rilevante, per ottenere immediata giustizia per Noi e per i 6.482 Fratelli che ci hanno votato”. L’obiettivo di Taroni e dei suoi è sospendere l’esito del voto, prima che Seminario sia proclamato alla Gran loggia del 5 aprile. Si tratta di un evento che si svolge a Rimini, dove gli oltre 600 maestri venerabili di tutte le logge incoronano il nuovo Gran maestro. Anche qui però le incognite non mancano visto che nel centro Nord il numero delle logge è superiore rispetto al Sud, anche se nel complesso il numero dei massoni è inferiore. Le logge del Settentrione, però, sono quelle che hanno premiato Taroni.

La chiusura del Cavaliere nero – Sullo sfondo di questo voto condito da veleni e carte bollate, da segnalare la chiusura del canale Il Cavaliere nero. Dopo la notizia della sconfitta di Taroni, infatti, i gestori della chat hanno sospeso la propria attività. “Ci sono voluti sei lunghi giorni, ma alla fine lo scempio annunciato si è compiuto. Il nostro supporto alla legalità ed alla trasparenza lo abbiamo dato. Ora non possiamo far altro se non lasciar parlare i Tribunali, la Magistratura ordinaria e gli organi competenti. Dal canto nostro ci ritiriamo, dopo aver preso atto che davanti a questi metodi da Sudamerica neppure la forza dell’informazione può sperare di produrre un risiltato efficace. Ci dispiace, ma per il Grande Oriente d’Italia crediamo si sia spenta definitivamente la luce”, è l’ultimo post pubblicato dal canale, che ha invitato i suoi iscritti a unirsi a un’altra chat (Libero muratore channel). Il Cavaliere nero era nato in antitesi con le gestione di Bisi, spesso oggetto degli attacchi arrivati su Telegran. Critiche anonime, come ha spesso sottolineato il Gran maestro in carica, che però hanno avuto l’effetto di puntare i riflettori sulle vicende del Grande oriente: un epocale passo avanti in termini di trasparenza tra i cappucci e i grambiulini. Nei giorni scorsi, tra l’altro, i gestori del canale avevano lanciato un appello alla stampa italiana affinché vigilasse sul voto per il nuovo Gran maestro: un caso senza precedenti nella ultra secolare storia della massoneria. Appello che non era piaciuto a Bisi: il Gran maestro aveva fatto sapere che “a tutela dell’onorabilità della nostra istituzione massonica non saranno tollerate oltre e verranno perseguite nelle opportune sedi giudiziarie eventuali ulteriori deprecabili insinuazioni o allusioni contenute in strumentali richiami all’osservanza della legalità”.