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Caos sanità: medici sottopagati, privi di una vita familiare, sfruttati e aggrediti

La trasmissione tv Presa Diretta torna in Calabria per documentare disfunzioni e carenza di personale sanitario

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Una corsia di ospedale

COSENZA – Nella trasmissione Presa Diretta, andata in onda ieri, la redazione di Riccardo Iacona torna a descrivere un nuovo spaccato della sanità calabrese, mettendo il dito su una piaga terribile della sanità italiana: la carenza di personale sanitario.

Negli ospedali calabresi, infatti, le risorse umane sono sottodimensionate, costrette a turni estenuanti.

I medici sarebbero privati della loro dignità di essere umani e della loro professionalità, nonché di una vita familiare.

Dopo il Covid che li ha visti in prima linea in una guerra che hanno affrontato a mani nude, oggi si ritroverebbero sottopagati, privi di una vita familiare, sfruttati e aggrediti.

Numerosi sono i casi di aggressioni che giornalmente vedono coinvolti medici e infermieri in quanto impossibilitati a dare una risposta ai bisogni dei malati che sovraffollano i pronto soccorso.

A questi problemi, documentati nel servizio giornalistico, la classe dei medici risponde in maniera diversa: c’è chi decide di spostarsi dall’Italia, chi abbandona la pubblica amministrazione e chi continua a resistere.

L’esperienza dei medici che si spostano all’estero è positiva: guadagni proporzionati agli orari di lavoro, recupero di una vita privata e maggiore qualità della vita.

Anche l’esperienza dei gettonisti garantisce una remunerazione soddisfacente, molto al di sopra di quanto previsto dai contratti nazionali di lavoro in vigore, e permette ai camici bianchi di poter gestire il proprio tempo libero per se stessi e per la propria famiglia.

Le belle realtà esistono pure, come documentato da Presa Diretta, come quella del Dr. Maurizio Bufalini di Cesena il cui polo d’eccellenza è punto di riferimento ed esempio di buona sanità pubblica.

Dall’altra parte, al Sud, e precisamente all’ASP di Reggio Calabria, c’è il caso del Dr. Amodeo, primario di cardiologia dell’ospedale di Polistena, nominato lo scorso settembre  primario ad interim presso l’Ospedale di Locri, privo di macchinari e di personale: ’unica risorsa a sua disposizione sono i medici cubani assunti grazie ad una convenzione tra la Regione Calabria e Cuba.

Medici, anch’essi sfruttati, come certificato dalla Corte penale internazionale delle Nazioni Unite che parla di “tratta di esseri umani, schiavitù, persecuzione e altri atti disumani, crimini contro l’umanità tipizzati dallo Statuto di Roma all’art. 7”.

I medici cubani, infatti, a fronte di 4.700 euro pagati dalla Regione ne prendono 1.200, mentre la differenza viene ripartita tra il regime di l’Avana e la società intermediaria.

Che la situazione calabrese non è rosea lo si sapeva già da tanto tempo, in linea  con le altre regioni d’Italia, anche se altrove i concorsi vengono espletati con cadenza semestrale, mentre in Calabria ciò non avviene.

Concorsi banditi e mai espletati, ma anche selezioni pubbliche i cui vincitori attendono di essere immessi in servizio: il caso dei 53 anestesisti (Concorso 53 posti medico anestesia e rianimazione: «Modus operandi becero e clientelare» – Calabria inchieste) vincitori del concorso pubblico che attendono da mesi di firmare il contratto.

C’è poi il caso dell’Asp di Cosenza che si è presa il lusso, con questa carenza di camici bianchi, di licenziare i medici Usca il 30 giugno 2022.

Il Commissario Antonello Graziano cosi parlava dei medici Usca trasformate in Uca sui quotidiani locali: I medici opportunamente formati – spiega in realtà il commissario – devono andare a domicilio.

Abbiamo un servizio di Assistenza domiciliare integrata (Adi) operativo h24, i medici di famiglia e i pediatri… se poi questi non vanno a visitare i pazienti io non so il perchè, ma dal punto di vista giuridico sono tenuti ad andare. Certo è che noi non staremo con le mani in mano.

Stiamo per riformulare un nuovo bando, un avviso interno per medici di continuità assistenziale perchè sono d’accordo sul fatto che più medici abbiamo meglio è.

Inoltre voglio incontrare nuovamente i medici per capire se ci sono margini di trattativa, ma sempre nell’ambito della cornice normativa che ho spiegato. Abbiamo un avviso in essere e abbiamo allargato la platea di tanti medici che vogliono impegnarsi in questo settore.

Infine ricordo che abbiamo mantenuto in servizio gli infermieri per altri 60 giorni che garantiranno un’opera egregia anche grazie alle competenze ed esperienze che hanno avuto modo di farsi durante i due anni di emergenza pandemica”.

Molti medici sono stati dunque licenziati, così come altre figure e a distanza di oltre un anno il servizio delle Adi è stato affidato ai privati.

Com’è noto, infatti, con il Dca n. 15 del 25 gennaio 2024 la Regione Calabria accredita la struttura “Sadel CS di Salvatore Baffa srl” di Cotronei, e con il Dca N. 64 del 06 marzo 2024 “Consorzio Domicare”, gestito da “Consorzio Domicare Società Cooperativa Sociale” di Como per n. 180 Adi nei decreti il Commissario ad acta della sanità calabrese demanda alle Asp la stipula dei contratti per l’acquisto delle prestazioni per Adi.

E, quindi, i direttori delle Asp che fanno? Acquistano le prestazioni Adi dai privati (vedasi la delibera n. 417 del 23 febbraio 2024 pubblicata sull’albo pretorio dell’Asp di Cosenza) per la modica cifra di euro 3.369.182,40 (anno 2024) solo per il Distretto Media Valle Crati. Importo che va moltiplicato per il numero dei distretti dell’Asp di Cosenza (cinque).

Quanto sarebbe costato mantenere in servizio i medici dell’Usca e impegnarli nelle attività dell’Adi? Come anche gli infermieri e il personale amministrativo?

Il licenziamento dei camici bianchi era necessario? Con questa crisi di medici ci si accontenta di far migrare i medici cubani in Calabria e non si assumono i medici italiani? Perché?

A queste domande qualcuno dovrà dare risposte…..

Scarica i tre allegati:

1 delibera 2024 adi

2 DCA-Accred.-istituzionale-Consorzio-Domicare 64

3 DCA-Accred.-istituzionale-Sadel-CS-di-S.-Baffa-srl 15