CATANZARO – Lascia il carcere di Rebibbia a Roma Angela Paravati, di 59 anni, ex direttrice della casa circondariale di Catanzaro implicata nell’inchiesta Open Gates con l’accusa di concorso esterno in associazione per delinquere, falso, evasione, falsità ideologica, corruzione.
Il Tribunale del riesame di Catanzaro, dopo l’udienza di ieri, ha ordinato la scarcerazione dell’indagata, difesa dagli avvocati Francesco Iacopino e Salvatore Staiano, e ha disposto la misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per un anno.
Il tribunale ha annullato l’ordinanza del gip, che disponeva la misura cautelare, limitatamente alle accuse di traffico di droga e accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, e “conferma la gravità indiziaria nel resto”.
Stessa decisione il Tribunale ha preso, sempre per gli stessi reati, nei confronti di Simona Poli, di 48 anni, comandante della polizia penitenziaria di Catanzaro dal 2018 al 2022, difesa da Iacopino, che, accusata anche di concorso esterno in associazione per delinquere, si trovava ai domiciliari.
Anche per lei è stata disposta sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio per un anno.
Secondo l’accusa, sia Paravati che Poli – arrestate il 15 febbraio scorso – avrebbero agevolato due gruppi criminali che si erano formati all’interno del carcere dediti, grazie anche al sostegno di alcuni agenti della polizia penitenziaria, a spacciare droga e far circolare telefonini e sim card. La difesa, nel corso della discussione, ha sostenuto che le due indagate avrebbero denunciato gli illeciti comportamenti di diverse persone che oggi si trovano indagate insieme a loro.