Si è svolta negli scorsi giorni nell’aula bunker di Vibo Valentia la prima udienza del maxiprocesso “Maestrale”, che ingloba le inchieste “Olimpo” e “Imperium”, e che ha chiamato 185 imputati a difendersi dalle accuse, a vario titolo, di associazione mafiosa, estorsioni e danneggiamenti.
Un processo che annovera 400 testimoni presenti nella lista depositata presso il Tribunale dalla Dda di Catanzaro. L’udienza è però terminata quasi subito, dopo la richiesta di astensione avanzata dalla pubblica accusa nei confronti di due giudici del Collegio.
Superata questa fase, si entrerà nel vivo del processo che, tra i testimoni, fa contare 9 collaboratori di giustizia. Molti di loro sono del vibonese, altrettanti di altre province calabresi, e ci sono figure che operavano per conto dei rispettivi clan anche in altre regioni italiane.
Si tratta di Loredana Patania, Michele Iannello, Tommaso Mazza, Emanuele Mancuso, Alberto Pititto, Andrea mantella, Bartolomeo Arena, Angiolino Servello, Raffaele Moscato, Giuseppe Giampà, Verman Oksana, Antonio Cupi, Carmelo Falduto, Giuseppe Zaffonte, Santo Mirarchi, Antonino Belnome, Vincenzo Albanese, Saverio Cappello, Peter Cacko, Giuseppe Comito, Francesco Michienzi, Antonio Accorinti, Onofrio Barbieri, Pasquale Alessandro Megna, Matteo Vescio, Maurizio Cortese, Walter Loielo, Salvatore Schiavone e Francesco Zaccaro.
Si chiederà, inoltre, l’acquisizione dei verbali di due pentiti deceduti: Giuseppe Scriva e Gerardo D’Urzo. Due, poi, i testimoni di giustizia, entrambe donne: Elisabetta Melana ed Ewelina Pytlarz.